“Dove eravamo rimasti”.
Sei mesi dopo, ‘quelli’ della mozione di sfiducia al sindaco D’Agate – 11 consiglieri su 18 – scendono di nuovo in campo, ma stavolta per battagliare a favore del ‘regista’ di quella mozione (così lo definisce Angela Branchina) il quale dimostra di essere ‘…il giovane più promettente della politica adranita”.
L’esponente di ‘Azione Civica’ spiega che la coalizione ha scelto il ‘leader’ di quella mozione. Vira sul sentimentale lo slogan scelto dal candidato: ‘Mettiamoci il cuore’.
Per sé, il candidato sindaco Pellegriti conia la definizione di ‘giovane adulto’. Sul tavolo ha accanto i compagni di viaggio Nicola Monteleone (Vivere a Colori) Simona Monteleone, Verdiana Bulla (Fratelli d’Italia), la già citata Angela Branchina, Salvo Monciino (gruppo Sammartino) e Giuseppe Scavone (coordinatore provinciale Giovani Udc). In sala c’è anche Pino Liggeri, dirigente provinciale di Forza Italia.
“Amo questa città – confessa Carmelo Pellegriti. Adrano mi conosce: sono il ragazzo che faceva volontariato ai Cappuccini, un cristiano impegnato in politica che in tanti anni di attività consiliare ha fatto esperienza”.
Pellegriti invita i cittadini a guardare con occhi diversi la propria città:
“Evitiamo di sponsorizzare le brutture e le cose negative. Esaliamo le nostre bellezze le nostre professionalità”.
Con grande fair-play definisce gli avversari di questa campagna elettorale ‘uno migliore dell’altro’. A ciascuno di loro augura un elegante ‘in bocca al lupo’.
“Non sarà una campagna di veleni – spiega con serafica serenità – ci rivolgeremo direttamente ai cittadini. Alla maniera di Mario Draghi – fatte le dovute differenze – si dice interessato a guardare alle risorse umane di grande valore, sia che guardino a destra, sinistra o centro. “Al di là dei colori è Adrano ciò che conta”.
Infine, mette sul chi va là i cittadini e spiega che “le scelte fatte di pancia sono quelle sbagliate.
“Stavolta – conclude – sono certo che gli adraniti vogliano metterci il cuore”.
Amo questa città? lo dicesse fra 5 anni a fine mandato. Vogliamo fare il paragone con il sindaco di Paternò che appena vinto le elezioni ha festeggiato con spumante e dessert accanto la sua gentile Consorte (tutta impupata) e i suoi gregari e ora dopo 4 anni Paternò è allo sfascio?