“Da sette mesi facciamo i conti con l’attività stromboliana dell’Etna.
Non si tratta oramai di eventi occasionali, ma episodi continui che necessitano di interventi economici urgenti, perché i costi per i cittadini sono diventati insostenibili”.
A parlare è Il presidente di Confesercenti dell’Area Metropolitana di Catania Claudio Miceli che interviene sulla vicenda dei disagi causati dall’attività parossistica del vulcano facendosi portavoce di decine di associati del versante sud-est dell’Etna e di Catania che dal 16 febbraio sono costretti ad affrontare i costi dovuti alla caduta di cenere e lapilli e chiede un incontro urgente con il prefetto di Catania e il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci:
“Sappiamo che il presidente Musumeci è sensibile all’argomento- spiega Miceli-, ma è necessario che si faccia maggiore pressione a Roma e a Bruxelles per ricevere fondi straordinari al più presto possibile, perché i cittadini attendono risposte che non sono più differibili”.
Per Francesco Costantino direttore della Confesercenti dell’Area Metropolitana di Catania i privati sono costretti ad affrontare costi esorbitanti per lo spazzamento e la raccolta della cenere denaro che mai nessuno gli rimborserà. Spese che pesano sui bilanci delle aziende e sulle tasche dei cittadini. Il riconoscimento dello stato di calamità è un provvedimento urgente”.
E la vicenda Etna finisce all’attenzione dell’Europarlamento.
La deputata della Lega Annalisa Tardino ha presentato una interrogazione urgente alla Commissione Ue dopo l’ennesimo fenomeno parossistico dell’Etna. “La copiosa e ripetuta caduta di lapilli e cenere vulcanica su Catania e diversi centri della provincia non può continuare a essere considerata dall’Ue come una ‘emergenza di serie B’, e quindi non degna di un sostegno economico. L’Etna da sette mesi costringe decine di migliaia di cittadini a convivere con un’emergenza che continua a causare gravi disagi e ingenti danni economici al territorio, come anche segnalato in questi giorni dal Presidente Musumeci- ha detto la Tardino- Il regolamento del FSUE, creato nel 2002 per rispondere alle grandi calamità naturali prevede l’attivazione per danni pari o superiori a 3 miliardi di euro, o allo 0,6% dell’Reddito nazionale lordo (RNL) dello Stato. Soglie troppo alte per casi localizzati, come quelli legati a un’eruzione vulcanica. Poiché la soglia è già stata abbassata per le regioni ultra periferiche dell’Ue, chiedo che lo stesso avvenga per le isole e per i vulcani”.