Sono circa 8 mila le persone senza fissa dimora che vivono a Roma.
Ottomila invisibili, che ‘sopravvivono’ nell’indifferenza delle persone che passano loro accanto ogni giorno di corsa, distratte, troppo prese dalla loro esistenza.
Tra gli “ultimi”, nel cuore della città, precisamente all’incrocio tra via Goito e via XX Settembre, a due passi dal ministero dell’Economia e Cassa depositi e prestiti, una giovane donna (probabilmente di origini africane) di circa quarant’anni, con i capelli rasati, vive in una cabina telefonica.
“È li da un paio di mesi – racconta un commerciante – è una senzatetto che dorme in terra” su un giaciglio improvvisato con scatoloni piegati.
“Purtroppo sono scene di ordinaria amministrazione qui a Roma, a cui si è costretti a fare l’abitudine. Per fortuna però lei è una persona tranquilla, se ne sta per i fatti suoi senza disturbare nessuno, non chiede l’elemosina. Passa la giornata sdraiata a terra”.
Ma al di là della tranquillità apparente è chiaro che la donna stia male. Vive in totale solitudine, rifiuta ogni tipo di aiuto e se qualcuno le si avvicina inizia ad urlare parole sconnesse.
Il comune di Roma è “intervenuto più volte, a partire dalla metà di aprile e con ulteriori successivi approcci, finalizzati al supporto e alla presa in carico” della donna senza fissa dimora che vive in una cabina telefonica della capitale.
Lo precisa l’assessora alla Persona, Scuola e Comunità solidale Veronica Mammì. “Nel corso dei vari tentativi di approccio da parte degli operatori delle Unità di strada, anche in modo congiunto con la Polizia Locale – assicura – la donna ha sempre palesato un netto rifiuto a qualsiasi tipo di interazione. L’offerta di ogni tipo di aiuto e dell’accoglienza nelle strutture capitoline è sempre subordinata alla libera accettazione della singola persona”.
Una condizione che la accomuna a tutti gli ‘invisibili’ della capitale, che il comune di Roma prova a non lasciare soli attraverso la sala operativa sociale. Non sempre però è possibile, molti dei senza tetto che “abitano” le strade della città non si lasciano aiutare. “Le Unità di strada, coordinate dalla Sala operativa sociale – garantisce Mammì – monitorano costantemente il territorio e offrono assistenza alle persone che ne hanno bisogno”.