“La frase del presidente del Consiglio è tecnicamente ineccepibile. Oggi esistono due epidemie:
quella dei vaccinati e quella dei non vaccinati. La prima è paragonabile a un’influenza, la seconda è un’infezione potenzialmente letale. Lo spiega bene un articolo del Washington Post, dove Roy Gulick, capo delle Malattie infettive alla Weill Cornell Medicine di New York, dice che il 97% dei ricoverati per Covid non è stato vaccinato. A conferma di ciò vediamo che in Gran Bretagna oggi (ieri per chi legge, ndr), a fronte di 36mila nuovi contagi giornalieri, i morti sono stati ‘solo’ 64. Il 20 gennaio i contagi erano 38mila e i decessi 1.300. I vaccini autorizzati in Europa e negli Stati Uniti sono estremamente potenti nel proteggere da malattia grave e morte. Al contrario, non sappiamo ancora quanto blocchino i contagi, soprattutto alla luce della rapida diffusione della variante Delta”.
Lo dice in una intervista al Corriere della Sera Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri.
Per il vaccino nella fascia d’età 12-17 anni, Remuzzi spiega che i vaccini mRna “si sono rivelati molto efficaci e sicuri negli under 18. I casi di miocardite e pericardite (4 su 100mila vaccinati) si risolvono spontaneamente nel giro di pochi giorni e non c’è il rischio di complicanze. Al contrario, il covid nei bambini può provocare, anche se molto raramente, la sindrome infiammatoria multisistemica, che richiede cure intensive e può causare effetti indesiderati anche a distanza di tempo”.
Per Remuzzi, ci sono “due ragioni fondamentali per dire sì alla vaccinazione in gravidanza: la prima è che le donne incinte hanno una ridotta capacità polmonare per la pressione esercitata dall’utero e quindi rischiano una malattia più grave (con il doppio delle probabilità di dover ricorrere alla ventilazione assistita rispetto alle altre donne). La seconda è che il sistema immunitario in gravidanza si indebolisce. Anche quando si allatta il vaccino è consigliato: nel latte materno sono presenti anticorpi che passano al bambino, anche se non sappiamo ancora quanto lo proteggano”.
“Nessuno” può sapere come saranno i prossimi mesi, ma “se non ci vacciniamo tutti, alla fine di questa fase potremmo avere molti morti anche in Italia. Non solo. Quello che serve ora è uno sforzo per vaccinare tutto il mondo”.