Il presidente del Parco dell’Etna, Carlo Caputo, è stato sentito, nella giornata di ieri, in audizione dalla Commissione regionale antimafia su richiesta del presidente Claudio Fava sul tema “Inchiesta in materia di incendi dolosi nella Regione Siciliana”.
Incendi che nelle ultime settimane hanno infiammato la provincia di Catania.
Caputo, nel corso della sua audizione alla commissione antimafia , ha evidenziato, per quanto riguarda gli incendi all’interno del territori del Parco dell’Etna, che i roghi per cause naturali difficilmente possono svilupparsi:
“Aridità, alte temperature, bassa umidità sono ingredienti basilari per un incendio, caratteristiche queste che non ritroviamo sull’Etna. L’osservazione ci porta ad affermare che spesso l’accensione dei roghi avviene da più punti e quindi, spesso, non si tratta dell’azione di un singolo piromane. Inoltre, osservando i luoghi dove si verificano gli incendi – ha proseguito Caputo nel corso della sua audizione- possiamo notare che ogni volta sono quasi sempre gli stessi e di frequente si tratta di punti attraversati da bestiame.
Fondamentale l’utilizzo dei Canadair messi a disposizione dalla Regione Siciliana. Conto che problemi di tale portata vengano affrontati con modalità unitarie, non separando la prevenzione dalla lotta, il monitoraggio dalla repressione, ancora una volta, anche per gli incendi, ribadisco che l’Etna necessità di unica governance”, ha concluso Caputo. E ieri pomeriggio si sono registrati altri incendi nei pressi dell’Oasi di Ponte Barca a Paternò.
A bruciare un vasto canneto compreso tra Ponte Barca e Pietralunga. Sul luogo dell’incendio sono intervenuti i vigili del fuoco di Catania , uomini della protezione civile e un elicottero della forestale che ha effettuato diversi lanci di acqua. L’area interessata ai roghi negli ultimi 10 giorni è stata caratterizzata da diversi incendi che potrebbero essere di matrice dolosa. Al riguardo l’amministrazione comunale di Paternò nei giorni scorsi ha presentato una denuncia contro ignoti.