Centrodestra, nomine Rai: Meloni furiosa diserta la presentazione del candidato sindaco di Milano

Centrodestra, nomine Rai: Meloni furiosa diserta la presentazione del candidato sindaco di Milano

La poltrona di Giorgia Meloni al centro congressi Le Stelline di Milano è vuota.

La leader di Fdi non si presenta alla presentazione del candidato sindaco Luca Bernardo, mentre a sfilare sul palco ci sono gli alleati, Matteo Salvini e Antonio Tajani.

Ignazio La Russa difende quel posto vacante e non lo cede neanche per uno scatto, quando Licia Ronzulli gli sposta il foglio con su scritto Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni. Volano parole grosse, frutto di un momento segnato dall’alta tensione, ma anche da incomprensioni. Ronzulli tenta di convincerlo: “Meloni non viene…”, ma il vicepresidente del Senato replica: “Non me ne fotte un c…”. A freddo il braccio destro della presidente, corregge il tiro: “Ho risposto, magari in modo volgare, ma non era rivolto a lei. Non c’è nulla contro Ronzulli, che non voleva strappare il foglio voleva fare solo una foto. Non c’era acrimonia contro di lei, insomma”.

Quello che appare è uno centrodestra con più ombre che luci, con Meloni imbufalita da quanto accaduto per le nomine di competenza parlamentare del Cda della Rai – che l’ha vista fuori dai giochi con Giampaolo Rossi non rieletto – e il rinvigorito fuoco amico contro il presidente del Copasir, Adolfo Urso. Salvini ostenta tranquillità: “Far saltare l’alleanza per un posto nel Cda della Rai? Mi rifiuto di pensarlo. Il centrodestra unito, Pd e Cinque Stelle sono divisi. A me interessa questo”. E anche Silvio Berlusconi non si scompone: “Io credo nel futuro del centrodestra”. Quel vuoto, davanti al piccolo palco, tuttavia, è dirompente: “Se l’assenza di Giorgia Meloni è un segnale al centrodestra? Fatevi delle domande e datevi delle risposte”, rimarca Daniela Santanchè.

E poi lancia la bordata: “Crediamo che da soli non si vince mai, vince una squadra. Però non sempre vediamo una reciprocità di atteggiamenti e questo ci dispiace”.

Se la provocazione avrà un seguito, si vedrà. Fonti di Fratelli d’Italia non anticipano le prossime mosse, ma non hanno dubbi: “Non abbiamo metabolizzato questa aggressione di ieri, che è fuori da ogni logica. Certo le cose devo essere aggiustate, come ancora non si sa”.

Il partito di Meloni lamenta “atteggiamenti aggressivi, continui e incomprensibili” e si chiede: “Perchè siamo all’opposizione? Per i sondaggi? La bulimia di avere le poltrone o il desiderio di trovare una lite? Noi non ci stiamo”.

La partita insomma non è affatto chiusa. Fdi rivendica infatti la presidenza della Vigilanza Rai, come posto che “spetta all’opposizione”, casella a cui Forza Italia non intende rinunciare. Sul fronte opposto la certezza invece è che si trovi un punto di caduta destinando a Fdi un Tg o una Rete Rai. E il riverbero dello scontro, l’ennesimo tra Salvini e Meloni, si fa sentire anche sul territorio. Sul tavolo sembra essere stato rimesso il ticket Occhiuto-Spirlì in Calabria, che non a caso unisce i due partiti di centrodestra di governo. Altro terreno di scontro potrebbe essere la candidatura di Bologna, ancora non sciolta e che attende il candidato unitario. Fratelli d’Italia potrebbe inoltre tirarsi fuori dal sostegno a Catello Maresca a Napoli e riproporre Sergio Rastrelli, come candidato di partito. Insomma il caos regna sovrano e l’assenza di Meloni oggi a Milano è indicativo di un rapporto ormai arrivato ai ferri cortissimi.

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