Dopo il primo posto nel girone, dopo aver eliminato la Germania agli ottavi e dominato l’Ucraina ai quarti, l’Inghilterra batte in semifinale una stoica Danimarca e approda per la prima volta nella sua storia all’ultimo appuntamento di un Europeo, dove si contenderà il trofeo con l’Italia di Roberto Mancini.
La Nazionale di Southgate si regala una finale internazionale che mancava da 55 anni. Cioè dal successo mondiale del 1966, proprio a Wembley.
Sono serviti i tempi supplementari agli uomini di Gareth Southgate per avere la meglio sulla formazione di Kasper Hjulmand, che saluta la competizione a testa altissima dopo aver dimostrato tutto il proprio carattere e le proprie qualità, soprattutto dopo l’incredibile paura vissuta con Eriksen nel corso della primissima partita. Una favola, quella danese, che non e’ riuscita a trasformarsi in realtà, ma che merita di essere raccontata per molti anni. A Wembley non e’ bastata la perla su punizione di Damsgaard, pareggiata da uno sfortunato autogol di Kjaer e ribaltata poi dal sigillo di Kane nel primo supplementare. Domenica sarà quindi Inghilterra-Italia la finale dell’europeo: nell’inferno londinese gli azzurri si apprestano ad affrontare una vera e propria battaglia.
Dopo il primo posto nel girone, dopo aver eliminato la Germania agli ottavi e dominato l’Ucraina ai quarti, l’Inghilterra batte in semifinale una stoica Danimarca e approda per la prima volta nella sua storia all’ultimo appuntamento di un Europeo, dove si contenderà il trofeo con l’Italia di Roberto Mancini. La Nazionale di Southgate si regala una finale internazionale che mancava da 55 anni. Cioè dal successo mondiale del 1966, proprio a Wembley.
Sono serviti i tempi supplementari agli uomini di Gareth Southgate per avere la meglio sulla formazione di Kasper Hjulmand, che saluta la competizione a testa altissima dopo aver dimostrato tutto il proprio carattere e le proprie qualità, soprattutto dopo l’incredibile paura vissuta con Eriksen nel corso della primissima partita. Una favola, quella danese, che non e’ riuscita a trasformarsi in realtà, ma che merita di essere raccontata per molti anni. A Wembley non e’ bastata la perla su punizione di Damsgaard, pareggiata da uno sfortunato autogol di Kjaer e ribaltata poi dal sigillo di Kane nel primo supplementare. Domenica sarà quindi Inghilterra-Italia la finale dell’europeo: nell’inferno londinese gli azzurri si apprestano ad affrontare una vera e propria battaglia.
La partita e’ bellissima a Wembley, ma seppur giocata a ritmi elevatissimi da entrambe le squadre, per i primi 20 minuti di gioco non regala tantissime emozioni.
Dopodiché la sfida s’infuoca e lo spettacolo non manca. Al 25′ Damsgaard prova ad inventarsi una meraviglia con un destro a giro pazzesco, che sfiora di un soffio l’incrocio dei pali. E’ solo il preludio al vantaggio danese che porta la firma proprio del gioiellino della Sampdoria, capace di disegnare un arcobaleno meraviglioso direttamente su calcio di punizione.
Pickford e’ battuto e la Danimarca e’ inaspettatamente avanti 1-0.
L’Inghilterra pero’ non ci sta e dopo una fase di riassestamento al 38′ sfiora il pari con Sterling, che da due passi calcia addosso a un provvidenziale Schmeichel. Passa appena un minuto e arriva comunque l’1-1 inglese: Kane inventa per Saka, il cross basso e’ ancora diretto a Sterling, ma sulla traiettoria prova a intervenire Kjaer che mette sfortunatamente dentro la sua porta.
L’autogol del capitano danese nega a tutti gli effetti il quarto sigillo personale nel torneo all’attaccante del Manchester City, che avrebbe depositato in rete con un tocco facilissimo.
La ripresa si apre con un’ottima chance per Dolberg resa vana da una sua posizione di fuorigioco, mentre dall’altra parte la formazione di Southgate va a centimetri dal vantaggio con Maguire, bravissimo a prendere il tempo a tutti su una punizione di Mount indirizzando di testa all’angolino.
Schmeichel compie un autentico miracolo e nega il gol al difensore inglese. L’Inghilterra prende in mano il comando delle operazioni e inizia a dominare sul piano del possesso palla, mentre la Danimarca con il passare dei minuti si schiaccia tutta nella propria meta’ campo, preoccupandosi più di difendere il pareggio piuttosto che provare a proiettassi in zona offensiva.
Ne viene fuori un match più chiuso e meno spettacolare, con la tensione che piano piano sale alle stelle. Kane e compagni ci provano fino all’ultimo, ma neanche nei 6 lunghi minuti di recupero (e oltre) il risultato cambia. Come per Italia-Spagna si procede così con i tempi supplementari.
Nel primo extra-time l’Inghilterra aumenta al massimo la pressione e dopo aver spaventato Schmeichel in diverse situazioni, trova al 102′ l’episodio per portarsi avanti:
Sterling viene steso da Maehle in area, Kane si lascia respingere il rigore dallo stesso portiere danese, ma la ribattuta lo premia e gli permette di realizzare il 2-1 che fa esplodere Wembley.
Dopo il mini intervallo la Danimarca prova a raccogliere tutte le energie residue per andare a caccia del disperato pareggio, ma oltre ad un paio di calci d’angolo, dalle parti di Pickford non arrivano molti pericoli. Nel finale è Sterling a sfiorare il tris inglese con Schmeichel che glielo nega ancora, ma cambia poco la sostanza. L’Inghilterra vola in finale.