A vincere le elezioni di ieri in Francia è stata l’astensione, opzione scelta da due francesi su tre, un dato che preoccupa particolarmente il partito di Macron, Lrem, che ieri ha ottenuto, media nazionale, solo il dieci per cento dei voti.
La destra gaullista dei Les Republicains è il partito che, a sorpresa ha raccolto il numero maggiore di voti, il 28,4 per cento. Più del Rassemblement National di Marine Le Pen che non decolla, fermo al 19,3 (otto punti in meno delle elezioni del 2015) e può sperare una sola vittoria, al secondo turno, nella regione di Paca in cui Thierry Mariani è testa a testa con Renaud Muselier di Lrem.
L’ecologista Jean Laurent Felizia per il momento rifiuta per il momento di dare il suo sostegno, criticatissimo da altri esponenti del suo partito. I socialisti, separati dai verti nei due terzi delle regioni, hanno guadagnato il 18 per cento e i verdi di Europe Ecologie Les Verts (Eelv) il 12.
“L’astensione è un fatto politico determinante, un avvertimento per la democrazia”, ha denunciato l’esponente Lrem, Stanislav Guerini in una intervista a France Inter invocando il dispiegamento di “tutti i mezzi”, fra cui il voto su Internet, per sconfiggere il fenomeno.