La nostalgia di Guccini e la rabbia per la musica di oggi: “Sembrano canzoni inutili”

La nostalgia di Guccini e la rabbia per la musica di oggi: “Sembrano canzoni inutili”

“Ma sì, mi manca il prima e il dopo, soprattutto il dopo quando si andava tutti a mangiare, mi manca l’incontro coi musicisti e la botta, l’urlo della gente, anche se durava per pochi secondi, ma la tensione no, quella era una sofferenza…”.

Così parla del suo ritiro dalla scena della musica live Francesco Guccini, in un’intervista a ‘Repubblica’, concessa in occasione del suo ritorno in pubblico questa sera a Bologna per “Poeti, trovatori, cantastorie”, la serata organizzata nel Cortile dell’Archiginnasio dal dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università con la direzione artistica del poeta e scrittore Davide Rondoni.

“Non so se Dante o Guinizelli fossero musicisti, sicuramente lo erano i provenzali; in un certo senso sono gli antenati dei cantautori, quindi si può dire che io sia un esperto del ramo. Diciamo che musica e poesia si sono separate dopo, si sono specializzate, ma certi procedimenti sono continuati, pensiamo ai libretti d’opera, ma anche noi cantautori.

Quanto alla musica di questi anni, Guccini sottolinea:

“Ho 81 anni e non capisco niente, ma è anche vero che non ascolto musica, se non per caso. Quando sono in macchina con mia moglie lei mette la radio ma io le chiedo di spegnere; e comunque il problema è che non sembrano canzoni belle o brutte, mi sembrano inutili. Ogni tanto mi viene da pensare a vecchissime canzoni come Signorinella , Vecchia America … c’erano storie, parole messe bene insieme”. Eppure, “la realtà pullula di giovani cantautori, ma non arrivano a nessuno”.

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