Tra una settimana l’Italia dirà addio al coprifuoco e dovrebbe colorarsi praticamente tutta di bianco, già da oggi però una nuova serie di attività tornerà a riaprire, anche in zona gialla.
Il calendario della ripartenza post Covid, complice il trend positivo della campagna vaccinale, prevede infatti la ripresa di feste e ricevimenti per i matrimoni.
Per partecipare sarà obbligatorio il green pass, cioè o il certificato di vaccinazione, o quello di avvenuta guarigione o un tampone negativo fatto nelle 48 ore precedenti. Via libera anche a fiere, cerimonie e parchi tematici.
Ancora nessuna data invece è prevista per le discoteche, situazione che nelle ultime settimane ha scatenato le proteste degli operatori. Il confronto tra associazioni di categoria e Ministero della Salute sta andando avanti in cerca di un’intesa soprattutto sulla questione dei protocolli sanitari da dover rispettare. Nell’attesa ci pensa però Matteo Salvini a cerchiare di rosso una data: “Dal primo luglio diritto al lavoro per 3mila imprese e 100mila lavoratori, insieme al diritto a un divertimento (sano e controllato) per milioni di giovani chiusi in casa da mesi”. “Non riaprire discoteche e sale da ballo – spiega il leader della Lega – significherebbe premiare abusivismo e illegalità, punire i nostri ragazzi senza motivo, regalare milioni di turisti ad altri Paesi europei”.
A ribadire l’importanza di percorrere la strada della gradualità c’è però il ministro della Salute, Roberto Speranza.
“Avere 40 milioni di italiani in zona bianca segnala che siamo dentro una fase nuova frutto di misure rigorose tenute e di una campagna vaccinale che sta procedendo velocemente – spiega -. Dobbiamo continuare un passo alla volta e questo ci sta portando a risultati che sono sotto gli occhi di tutti”. E tra questi risultati, oltre alle nuove riaperture in programma domani, ci potrebbe essere a stretto giro anche l’addio alle mascherine all’aperto. “Via da luglio? Se le cose continuano ad andare bene mi sembra una prospettiva realistica” confessa Speranza, con una sorta di postilla: “Varianti permettendo”.
Le mutazioni del Covid hanno infatti dimostrato nel corso dei mesi di poter creare non pochi problemi. E dopo quella inglese a spaventare adesso c’è l’indiana. “Gli studi su questa variante sono in corso – dichiara il titolare del dicastero di Lungotevere -. Ci sarà bisogno di un po’ di tempo e non abbiamo nell’immediatezza una risposta a tutte le domande. Ma le prime ricerche ci dicono che con due dosi di vaccino è contenibile con una percentuale molto alta”. Riguardo poi al rischio quarantena per chi giunge da Oltremanica, dove la variante ormai sta diventando prevalente, Speranza ricorda che al momento “c’è il tampone”, ma “è chiaro che ci riserviamo di monitorare la situazione e se l’andamento della curva dovesse peggiorare in Gran Bretagna ci riserviamo di pensare ad altre misure”.