FdI è “una forza che chiede cambiamento e rinnovamento”, e “non è organico all’attuale sistema di potere e di influenze che governano la macchina dello Stato”.
Lo scrive la leader Giorgia Meloni in un intervento sul ‘Corriere della Sera’ per replicare all’editoriale di Ernesto Galli Della Loggia ieri sullo stesso quotidiano.
Galli Della Loggia sosteneva che FdI, come accaduto a M5s, non avrebbe una classe dirigente capace. “Il paragone però non regge. E non solo perché siamo l’unica forza politica a non aver governato con i grillini, ma perché siamo entità del tutto diverse”, ribatte Meloni. FdI, aggiunge, “ha una grande profondità fatta da esponenti, a tutti i livelli, con una lunga storia politica, esperienze amministrative, impegno studentesco, radicamento associativo. Nessuna improvvisazione dalle nostre parti”. Meloni rivendica inoltre che il suo partito ha linee programmatiche chiare: “Si possono contestare nel merito le nostre posizioni, ci mancherebbe, ma non sostenere che non siano esplicitate in modo chiaro”, afferma. La presidente di FdI respinge poi la “pregiudiziale antifascista” che secondo Galli Della Loggia allontanerebbe dal partito la classe dirigente del Paese.
“Le cose – scrive Meloni – sono ben più complicate di così. E’ verissimo che FdI non è organico all’attuale sistema di potere e di influenze che governano la macchina dello Stato. Ne andiamo fieri. E’ il Pd il partito del ‘Deep State’, come lo chiamerebbero gli americani, quello che rappresenta la difesa dello status quo in Italia e in Europa.
FdI è invece una forza che chiede cambiamento e rinnovamento. Non abbiamo l’ostilità della classe dirigente della Nazione: guardano a noi con speranza moltissimi magistrati, dirigenti pubblici, servitori dello Stato, accademici. Siamo il terrore però di chi vive di rendite di posizione, del ‘sistema Palamara’, di chi percepisce pensioni d’oro immeritate, di chi fa carriera per la sua faziosità e non per i sui suoi meriti”.
Meloni ricorda poi che FdI ha votato la Risoluzione del Parlamento Europeo sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa con la quale si condannano tutti i totalitarismi del ‘900″ e ricorda che “solo l’estrema sinistra europea e la sinistra italiana tutta, Pd compreso, hanno avuto problemi a seguire questa strada. L’eccezione in Europa in tema di rapporto con il passato e con i regimi totalitari riguarda la sinistra italiana, non Fratelli d’Italia. E’ tempo che la politica italiana faccia i conti con questa anomalia che rischia di marginalizzare la nostra Nazione nel contesto internazionale”, conclude Meloni.