E’ considerato il numero uno tra i broker che gestiscono il traffico di cocaina per i cartelli del Sudamerica Rocco Morabito, superboss della ‘ndrangheta arrestato dai Carabinieri del Ros in un’operazione che li ha visti lavorare fianco a fianco con gli uomini dei comandi provinciali di Torino e Reggio Calabria e con gli investigatori brasiliani.
Dall’anno della sua evasione da un carcere dell’Uruguay, nel 2019, il Ros è stato sulle sue tracce senza mollare mai fino a oggi, quando la squadra di circa 20 uomini arrivata in Brasile per braccare il secondo ricercato più pericoloso dopo Matteo Messina Denaro, sono riusciti a far scattare la trappola e a catturare Morabito a San Paolo.
Con lui c’era un altro narcotrafficante latitante, Vincenzo Pasquino.
Rocco Morabito, alias ‘u tamunga’, è nato ad Africo, in provincia di Reggio Calabria, nel 1966. Era considerato il ‘re del narcotraffico’.
Morabito, cugino del boss Giuseppe Morabito, detto “‘u tiradrittu’, ha gestito, secondo gli inquirenti, un gigantesco traffico di droga che dal Sudamerica si diramava verso la Sicilia, quindi la Lombardia e la Calabria, inondando l’Italia di cocaina.
In Uruguay, dove venne incarcerato (dopo 23 anni di latitanza) ma riuscendo poi a fuggire, era conosciuto col nome di “Souza”. Il boss, infatti, come accertò la polizia, era riuscito a procurarsi documenti brasiliani su cui compariva il nome di Francisco Antonio Capeletto Souza di Rio de Janeiro. Nell’ottobre del 1994 era riuscito a sfuggire alla cattura, per poi trasferirsi in Sudamerica.