La tentazione di un ripensamento ”c’è stata. Ma non cambio idea. Non mi ricandido”.
Lo afferma la sindaca di Torino Chiara Appendino in un’intervista al ‘Corriere della Sera’.
”Nei giorni scorsi mi sono confrontata proprio su questo tema anche con Luigi Di Maio” perché, spiega, ”lo scenario è cambiato nelle ultime settimane. Non c’è stato coraggio da parte di quello che doveva essere il nostro naturale alleato, il Pd, scegliendo una strada differente con primarie che, di fatto, hanno escluso il Movimento. A Torino, e non solo”.
Mette in chiaro che la ”nuova maternità non ha influenzato la scelta di non ripresentarmi. Anzi”.
Per poi spiegare:
”Sono stata condannata due volte, anche se solo in primo grado di giudizio.
A malincuore, non ritengo di essere nelle condizioni di candidarmi. Anche se mi dispiace non proseguire il lavoro sui temi a me più cari come quelli su ambiente, sociale, innovazione e soprattutto sui diritti civili”.
Tema quest’ultimo che rivendica con forza. ”Sono orgogliosa di essere la prima sindaca di Italia per numero di trascrizioni degli atti di nascita dei figli di coppie omogenitoriali. Purtroppo, sono ben pochi i colleghi che mi stanno seguendo”. Appendino pensa che il recente passato pesi ”molto” sul progetto di alleanza con il Pd. ”Ci vorrebbe più maturità, e il coraggio di lasciarsi alle spalle le idiosincrasie passate. Bisogna solo chiedersi se entrambi, noi e il Pd, siamo disposti ognuno a fare un sacrificio per fare un passo avanti. A Torino, io mi sono fatta da parte. Loro, invece, non sono disposti a trovare una terza soluzione”.
Chiudere con la politica?
”Niente affatto. Continuerò. Esistono tanti modi per farlo. In questi cinque anni ho imparato che si fa politica con il linguaggio, con il proprio comportamento, con l’uso che fai del tuo ruolo. Non mi faccio nessuna domanda sul mio futuro. Non ho tempo. Sono sindaca di città ancora in pandemia, e tra cinque mesi divento madre per la seconda volta”. A proposito ”è un maschio. Il nome lo sceglierà Sara”.