“Abbiamo condotto un unico studio, con un intervallo di 21 giorni, che è stato usato per l’approvazione del vaccino.
Non abbiamo in programma sperimentazioni con tempi diversi. Ci atteniamo ai risultati che abbiamo osservato, come azienda non potremmo certo dare consigli discordanti. È anche vero però che l’efficacia della prima dose è già molto alta e in Gran Bretagna l’allungamento dell’intervallo ha confermato che la protezione resta buona. Penso che con questi elementi in mano le autorità nazionali abbiano tutto il diritto di decidere le loro politiche vaccinali”.
Lo dice, in un’intervista a Repubblica, Valentina Marino, direttore medico di Pfizer Italia, a proposito dell’allungamento dell’intervallo per la seconda dose a 42 giorni. Marino aggiunge anche che “allargare la base delle persone vaccinate rallenta la circolazione del virus”.
Sulla forza del vaccino, sottolinea:
“In Israele abbiamo visto che solo una piccola percentuale di vaccinati ha contratto il virus. L’accordo con le autorità regolatorie ci obbliga a seguire i volontari dei test per due anni. Dopo sei mesi abbiamo visto una buona permanenza degli anticorpi. I primi volontari arruolati hanno ricevuto una terza dose, per capire l’efficacia dei richiami”.
Sull’immunizzazione dei più giovani, Marino spiega:
“Aspettiamo l’approvazione dell’Autorità europea Ema per l’età 12-16 anni, con lo stesso dosaggio degli adulti. Negli Stati Uniti abbiamo iniziato i test tra i 5 e i 12 anni, che dovrebbe portare all’autorizzazione fra settembre e novembre. Subito dopo partiremo con i 2-5 anni e con i bambini fra 6 mesi e 2 anni”.
Infine, su un’eventuale produzione del siero Pfizer in Italia, spiega:
“Per ottenere il vaccino servono 280 materiali da 19 Paesi diversi. Non escludo che presto alcuni ingredienti vengano prodotti in Italia”.