L’architetto Francesco Finocchiaro, paternese, è stato riconfermato nel Consiglio direttivo nazionale di Archeoclub d’Italia 2021-2026. Ieri alla guida di Archeoclub d’Italia è stato riconfermato il campano Rosario Santanastasio, geologo, esperto di Geoarcheologia.
Nel Consiglio direttivo nazionale – assieme a Francesco Finocchiaro – anche il campano Domenico Palumbo (tesoriere), i siciliani Flora Fortunata Rizzo (Vice Presidente), il lucano Pietro Antonio Cirigliano ( Segr. Generale), il barese Cataldi Innocente, l’architetto Claudio Lo Monaco.
“Rilancio Italia, censimento dell’antico sistema di Acquedotti Romani, restauri dei beni culturali, progetti di grande promozione dell’Italia – ha commentato a caldo Rosario Santanastasio – e per l’Italia saranno gli obiettivi principali della mia presidenza. Archeoclub d’Italia oggi conta 150 sedi e ben 5500 soci su tutto il territorio nazionale. Il nostro Paese è culla di una cultura universale ed ha bellezze lungo versanti di Montagna, nei fiumi, nei laghi, lungo i 7500 Km di coste, nelle città, nei piccoli borghi. L’Italia è l’Italia! Ora vogliamo e dobbiamo collaborare con i Ministeri, le Soprintendenze per valorizzare al meglio il nostro territorio nazionale. Anche per questo motivo siamo convinti sostenitori della candidatura italiana a sede del Decimo Forum Mondiale dell’Acqua”.
Presidente onorario il padre cofondatore di Archeoclub d’Italia nazionale, Giulio De Collibus, abruzzese, Presidente di Archeoclub d’Italia di Pescara.
Finocchiaro, 55 anni, è architetto e docente di storia dell’arte. Da anni è uno dei principali collaboratori del ‘Corriere Etneo’. Dottore di ricerca in progetto architettonico e analisi urbana. Già docente a contratto presso la facoltà di architettura di Siracusa. Attualmente docente di storia dell’arte al Liceo De Sanctis di Paternò: Presidente della sede Archeoclub d’Italia, Hybla Major di Paternò e Consigliere Nazionale, già responsabile nazionale del Dipartimento Architettura e Paesaggio dell’Archeoclub d’Italia. Vincitore del premio “G.B. Vaccarini” 2008 per un’opera di architettura e del premio Inarch/ance 2014 in Sicilia sezione restauro.
Ha partecipato a mostre, convegni e workshop internazionali sui temi del progetto di architettura urbana e sulla costruzione del paesaggio culturale in Sicilia, Roma, Milano e Madrid. Più volte vincitore di concorsi di progettazione di architettura per la realizzazione di chiese parrocchiali per conto della CEI e delle Diocesi. Coordinatore e ideatore dei workshop internazionali “Simeto Landscape” e “Aretè/abitare le rovine”, co-fondatore/redattore della rivista d’architettura URUK e del laboratorio di ricerca indipendente, Officina 21. Alterna alle attività di progettista e di docente, quelle di editorialista, scrittore e grafico, impegnato tra l’altro nella diffusione della cultura etica dell’architettura e della sua qualità.
Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Filosofo dell’abitare, convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria.