Adrano, nostalgia dei riti della Settimana Santa: tra fede e cultura l’identità di una comunità

Adrano, nostalgia dei riti della Settimana Santa: tra fede e cultura l’identità di una comunità

Dire inconsueto è dir poco. Ma i due anni trascorsi senza assistere e partecipare ai riti della Settimana Santa ad Adrano lasciano una traccia di sconforto e acuto dispiacere.

La Settimana Santa di Adrano non può essere relegata a semplice folklore o patrimonio immateriale. Essa è cultura, tradizione e fede.

La Via Crucis della Domenica delle Palme, organizzata dall’oratorio Maria S.S. del Rosario, ha sempre dato il “la” ad una manifestazione corale e partecipata. I personaggi con abiti dell’epoca fanno rivivere il mistero della Croce, segno non di sconfitta e condanna ma di salvezza e riscatto, con le 14 tappe della via Crucis che scandisce il percorso del Cristo che attraversa gran parte di Adrano.

Il momento più toccante è la crocifissione sul sagrato del Santuario Maria S.S. Ausiliatrice. Emozionante l’aggiunta, da qualche anno, di una 15^ stazione quella della Resurrezione, come vera e certa conclusione del cammino sofferente di Gesù.

Le giornate del Giovedì e del Venerdì santo sono le più intense per partecipazione popolare.

La processione del Cristo alla Colonna risulta quella più struggente assieme alla processione dell’Addolorata, del venerdì mattina. I due simulacri a distanza di poche ore ripercorrono lo stesso percorso. Maria, madre sofferente va alla ricerca di quel figlio flagellato e percosso e il pugnale trafitto nel cuore esprime compiutamente il grande e immenso dolore patito. Ha sempre suscitato solennità la processione del Cristo morto perché autorità civile e religiose con tutte le organizzazioni ecclesiali e del volontariato hanno da sempre impresso un composto sentimento di concorde partecipazione.

Una partecipazione che diventa festosa e gioiosa la Domenica di Pasqua con la sacra rappresentazione della Diavolata e Angelicata in Piazza Umberto. “La speranza dell’uomo evviva Maria” sono sicuramente le parole più note del dramma di padre Anselmo Laudine. Scandite con forza esse diventano un grido di liberazione dello spirito umano rivolto alla Corredentrice del mondo.

A noi adraniti tutto questo manca. Ci si può privare di ciò? No.

Con totale speranza e piena fiducia noi adraniti sappiamo pazientemente attendere. Tale speranza e fiducia viene proprio dal valore spirituale del patrimonio religioso adranita della Settimana Santa. L’augurio è che al prossimo anno si superi l’incubo della pandemia e che finalmente ci si riappropri della nostra identità culturale e religiosa.

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