Con quasi otto milioni e mezzo di somministrazioni già effettuate e l’arrivo, entro fine marzo, di 4 milioni di dosi, la campagna vaccinale è al punto di svolta.
O almeno questo è l’obiettivo del governo che vuole le Regioni pronte a rispondere al tento atteso potenziamento delle consegne. Nel prossimo trimestre le fiale in arrivo dovrebbero quintuplicare, non è più tempo di errori, e nonostante le rassicurazioni sulla “massima collaborazione” tra esecutivo e governatori, non è un mistero che alcune falle organizzative esistano e alcune Regioni siano sotto stretta sorveglianza.
“Persistono purtroppo importanti differenze regionali, che sono molto difficili da accettare”, è il commento secco del premier Mario Draghi parlando delle vaccinazioni agli anziani.
La strigliata arriva nelle comunicazioni in Senato, in vista del Consiglio europeo, ed è seguita a stretto giro dalle parole del ministro della Salute Roberto Speranza che, durante il question time alla Camera, chiosa: “Le Regioni sono tenute ad attenersi al piano che abbiamo insieme condiviso”.
“E’ fondamentale una relazione positiva tra Governo e Regioni”, evidenzia il ministro, ma il primo obiettivo che si è dato il governo è arrivare ad almeno mezzo milione di somministrazioni al giorno entro un mese e il messaggio a chi ha registrato difficoltà, come la Lombardia, è chiaro: chi non sta al passo, sarà seguito più da vicino per velocizzare la macchina delle immunizzazioni anti-Covid. “Le prossime settimane saranno quelle decisive”, ribadisce il ministro Speranza, perché “da qui alla fine di marzo ci aspettiamo oltre 4 milioni di dosi, oltre 50 milioni nel secondo trimestre e 80 milioni nel terzo trimestre”.
Per far correre la campagna arrivano anche le linee guida per punti vaccinali aperti 12 ore al giorno, dove il personale farà una dose ogni 10 minuti, con a regime a un trend di 700-750 vaccinazioni.
Intanto nell’hub di Pratica di Mare proseguono le consegne: ieri è stata la volta di 270 mila dosi AstraZeneca che saranno distribuite alle Regioni, mentre il siero anglo-svedese finisce al centro di una nuova bufera per 29 milioni di dosi, stoccate ad Anagni e destinate allo stabilimento belga del colosso farmaceutico. AstraZeneca si difende evidenziando che oltre la metà di quelle fiale sono destinate all’Ue, e quindi anche all’Italia, ma le polemiche non si quietano. Infine il governo ribadisce massima trasparenza sui dati della campagna e, per il resto, l’imperativo è uno solo: fare presto. Perché virus e varianti non aspettano e anzi continuano a mietere centinaia di vittime.