A pochi giorni dalla votazione della mozione di sfiducia contro il sindaco di Adrano, Angelo D’Agate, si intravede una crepa nel gruppo dei 15 firmatari.
Le dimissioni dei 5 assessori della giunta comunale sono state accolte da alcuni come un segno di novità da registrare, “sebbene allo stato dei fatti non cambia qualcosa”.
Lo ha detto ieri – in una intervista a Tva – il consigliere Federico Floresta, secondo il quale una mozione di sfiducia è un fatto traumatico il cui voto favorevole ha degli aspetti positivi ma anche negativi.
Attorno a Floresta si muove un gruppo di 4 consiglieri per i quali – sembra di capire – la scossa della giunta azzerata è ciò che ci voleva.
Al sindaco D’Agate basterebbe che uno/due consiglieri si sfilassero dall’ex fortino blindato dei 15 e la sua sopravvivenza politica sarebbe cosa fatta.
Sono in tanti, però, dentro il Palazzo a non capire che lo spariglio della mozione presentata in Consiglio ha aperto a tutta la città il dibattito sul degrado della città e sul fallimento dell’amministrazione D’Agate.
Ora che la diga ha aperto le paratie, sarebbe sciocco sul piano politico – oltre che impopolare su quello sociale – sperare di salvare tutto con il ‘secchio’ di un paio di consiglieri. L’immobile D’Agate se ne renda conto.
Come volevasi dimostrare, è come scritto in commenti passati: 5 escono e 5 entrano. Nuovo giro e poltrone salve.