Si è conclusa oggi la prima parte di una ricerca elaborata dalla sezione Ibla Major dell’Archeoclub d’Italia sul rapporto tra la luce e le sue implicazioni nel Castello di Paternò.
Le indagini si sono concentrate sui solstizi e gli equinozi a partire dalla visita di Federico II nel solstizio d’estate del 1221 nel castello. Proprio a giugno di quest’anno ricorrono gli ottocento anni.
Un ringraziamento è rivolto al Comune di Paternò e al Parco Archeologico di Catania e delle Aci per la disponibilità avuta in quest’anno di lavoro.
I risultati, dopo l’elaborazione dei dati sarà presentata a giugno del 2021 ma possiamo anticipare che il Donjone di Paternò costituisce un probabile esempio di gnomone, utile per determinare un calendario agro-pastorale nel territorio della contea di Paternò.
L’Archeoclub di Paternò continua così il suo lavoro di ricerca sul territorio per svelare i tanti misteri ancora nascosti dalla storia.
Soddisfazione è stata espressa dal presidente Francesco Finocchiaro e dal direttivo per il risultato raggiunto grazie ai soci Guseppe Mirenda, Angelo Perri, Ornella Palmisciano e Francesco Giordano.
Un ringraziamento è stato rivolto al personale del Comune che ha condiviso la fatica delle mattinate all’alba per rilevare le luci proiettate dalla grande bifora sveva.
Molto deve ancora essere approfondito per capire le relazioni tra l’architettura e il territorio, una relazione non scontata e ricca di suggestive declinazioni sul piano astronomico, antropologico e della storia della città. I risultati ottenuti possono diventare la base per creare un turismo legato alla figura di Federico II.
Speriamo presto in una visita al castello dell’assessore Alberto Samonà per intraprendere anche un percorso di recupero del manufatto e per la sua musealizzazione.