Adrano, D’Agate ‘azzerato’ prova a disinnescare la mozione di sfiducia: il timore di una campagna acquisti

Adrano, D’Agate ‘azzerato’ prova a disinnescare la mozione di sfiducia: il timore di una campagna acquisti

di Marica Terranova*

Settimana calda per la politica adranita. Domenica saremo, forse, spettatori della “prima volta”.

La prima volta se sarà approvata la mozione di sfiducia per mandare a casa o in campagna il sindaco. L’amore per la coltivazione della terra dell’ attuale sindaco D’Agate, moderno Cincinnato con il quale condivide questa passione ma non il curriculum politico, è cosa nota che lo rende simpatico ai miei occhi. Altre mozioni di sfiducia in passato non hanno sortito effetto alcuno, all’ insegna dell’ “hic manebimus optime”. Un romantico brivido della prima volta accompagnerebbe il gesto dei firmatari di questa mozione di sfiducia.

Essa provoca una ferita profonda alla democrazia e per questo motivo deve essere attentamente valutata in ogni suo aspetto. Non voglio spendere molte parole sull’azione amministrativa del tandem D’Agate-Currao perché il mio giudizio sul loro operato non cambia. Una simbiosi che ha creato il nulla: meno di zero. Eppure ci avevamo creduto per qualche giorno, ma la delusione post elezione, purtroppo, è divenuta la costante di ogni esperienza amministrativa passata e presente, come una indigestione post prandiale. La delusione di chi dopo avere ascoltato migliaia di bugie su quello che avrebbe dovuto essere l’ennesimo cambiamento radicale promesso e mai mantenuto, deve arrendersi alla cialtroneria e al pressappochismo.

Il vuoto amministrativo giustifica il voto favorevole alla sfiducia. Tuttavia, al di là delle valide motivazioni contenute nel testo della mozione di sfiducia, sottoscritta dai 14 (+1) firmatari, occorre comprendere se siano le uniche che hanno guidato questo “gesto romantico ” di amore verso la città o se nascondano tra le righe “i mal di pancia ” di chi vuole sostituire un sindaco con un altro, ma non vuole cambiare modi e metodi della politica all’ “Adranita”.

Un gesto così forte e romantico, si tramuterà nel ritornello della prossima campagna elettorale. Un coro di voci, sapientemente diretto, dal podio intonerà: “Abbiamo lasciato la poltrona per il bene della citta”, di renziana e recente memoria.

E fin qui ‘nulla quaestio’: condivido il gesto dei 14 (+1) firmatari della mozione, ma la condivisione finisce la Domenica delle Palme. Dopo occorrerà pensare a percorsi condivisi e a mettere da parte primogeniture ingiustificate perché una mozione di sfiducia non appartiene solo a chi la vota in rappresentanza di chi li ha eletti ma alla città che la sostiene e giustifica, anche e soprattutto, nell’ottica di un reale cambiamento. Il romanticismo deve guidare anche ciò che verrà dopo: la rinascita di Adrano. Dobbiamo dare a questa città un’altra possibilità.

Non vogliamo arrenderci e rassegnarci all’idea che i nostri figli debbano essere, sempre e solamente, i protagonisti di faldoni custoditi presso la procura della Repubblica etnea. Dobbiamo dare ai figli di Adrano la possibilità di riscattarsi e costruire una città diversa dove chi vuole può trovare un lavoro e vivere serenamente. Dobbiamo cambiare rotta. Questa pandemia ci ha costretti a fare i conti con la precarietà della vita e che non bisogna sprecare un solo attimo, abbiamo già perso troppo tempo. Ci auguriamo, quindi, che il voto favorevole alla mozione di sfiducia sia anche un voto favorevole a un reale cambiamento.

Sapranno essere i nostri eroi romantici fino in fondo? E’ il nostro sogno e quello di tanti cittadini.

Purtroppo la politica all’Adranita ci ha abituati ad assistere ad altro. Il sindaco D’Agate ha assistito ieri alle dimissioni dei 5 assessori della sua giunta. Il significato della mozione di sfiducia viene così svilito a una mera questione di numeri in Consiglio, a una conta di chi sta dentro. Mutuando dei termini calcistici, diremmo che D’Agate vuole ‘acquistare’ nuovi giocatori che alzino la mano (e non le gambe) in aula. Riterrei davvero umiliante per i 14 (+1) firmatari della mozione di sfiducia accettare anche solo di ricevere una tale proposta.
Non ho, però, la sfera di cristallo: attendo con fiducia…la sfiducia.

La politica è come navigare in alto mare , non sapremo mai cosa ci attende ma occorre il coraggio per sperimentare nuove rotte. I capitani coraggiosi non sono quelli che non sbagliano mai ma coloro i quali cercano altre rotte per scoprire nuovi continenti. Oltre l’orizzonte esistono altre terre ancora inesplorate. Coraggio e continuiamo a sognare la terra promessa.

*Marica Terranova, avvocato, è stata candidata a sindaco di Adrano e ha ricoperto la carica di vice sindaco nell’amministrazione guidata da Giuseppe Ferrante.

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