di Salvo Italia
Il decreto del pastore della Chiesa catanese, l’arcivescovo mons. Salvatore Gristina, con cui sospende il padrinato nella celebrazione dei sacramenti del Battesimo e della Confermazione ci trova consenzienti e attenti alla riflessione ecclesiale e pastorale che essa suscita. – LEGGI QUI –
Certamente la funzione dei padrini e delle madrine ha assunto negli ultimi anni un valore che molto spesso esula dal vero scopo che la Chiesa ha, da sempre, attribuito: l’accompagnamento, accanto ai genitori, della crescita cristiana e religiosa del bambino da battezzare e del cresimando.
Il loro compito, quindi, non è quello di accompagnare alla fonte battesimale o all’altare, rispettivamente, il bambino o ragazzo che i genitori affidano loro in questo compito. No, il loro compito ha una grande valenza ecclesiale. Nel caso del Battesimo pronunciare le promesse battesimali, assieme ai genitori, al posto del bambino e nel caso della cresima assistere il giovane nella sua conferma come membro della Chiesa.
La Lettera di mons. Gristina è un prezioso invito a riflettere il loro ruolo e funzione. A ricordarci il fondamento su cui si erge la fede e la testimonianza cristiana. Un’occasione per ridare nuova vitalità e consistenza educativa e catechetica al ruolo che ricopre la famiglia e l’intera chiesa locale di cui padrino e madrina sono espressione.
Essi appartengono alla Chiesa, sono parte della Chiesa, in comunione con il magistero episcopale e i sacerdoti della chiesa locale per eccellenza che è la parrocchia. Il cammino catecumenale e catechetico deve essere rivolto soprattutto a loro.
Pertanto i tre anni di sospensione diventino occasione per fare tutti, in particolar modo i laici, un profondo esame di coscienza su abitudini e costumi che hanno deturpato la dimensione di testimonianza cristiana dei padrini e delle madrine negli ultimi tempi.