“State buoni se potete”: come un novello Don Filippo Neri, il sindaco di Adrano Angelo D’Agate ha chiesto ai 15 firmatari della mozione di sfiducia contro di lui di soprassedere all’iniziativa.
Riuniti nel salone al primo piano di Palazzo Bianchi, in un’ora e mezzo di discussione – l’incontro è cominciato alle 11 e si è concluso intorno alle 12.30 – D’Agate e i consiglieri che vogliono mandarlo a casa hanno affrontato una serie di questioni generali che attengono all’esperienza amministrativa in atto. Punto pregiudiziale avanzato dagli stessi consiglieri, prima di entrare nel vivo della discussione, è stato quello di evitare di parlare di poltrone e prebende.
“Non sono argomenti che ci interessano – è stata in sintesi la richiesta preliminare – e se si parlasse di questo siamo pronti ad alzarci e lasciare la riunione”.
Alle orecchie dei consiglieri è arrivato ieri il commento velenoso di uno dei componenti della giunta secondo il quale a promuovere l’iniziativa della ‘sfiducia’ sarebbe una congrega di malnati.
Un’uscita offensiva, oltre che inaspettata, che ha fatto arrabbiare non poco i firmatari della mozione.
D’Agate ha chiesto ai consiglieri di aprire un dialogo per progettare insieme una ripartenza. Si è poi soffermato sulla fragilità dei conti economici della città e sulla inopportunità di votare una mozione dagli effetti traumatici. Nessuna proposta innovativa e allettante – a detta dei presenti – che possa mettere in discussione quanto già avviato dai 15 consiglieri.
Questi ultimi si sono presi una pausa di riflessione per ragionare sulle pur flebili ipotesi avanzate dal sindaco. Lunedì prossimo una delegazione dei 15 firmatari incontrerà di nuovo il sindaco per ‘consegnargli’ la risposta del gruppo. La delusione che serpeggiava alla fine dell’incontro di stamattina non lascia, però, prevedere colpi di scena a favore di una soluzione non traumatica della vicenda politica.