Dopo il blocco del vaccino anti-Covid di AstraZeneca, chi ha ricevuto la prima dose del prodotto bloccato potrà fare la seconda dose con un altro vaccino? “Non ci sono controindicazioni, ma gli studi sono in corso e per ora i vaccini sono autorizzati con la seconda dose della stessa casa”.
Così Armando Genazzani, professore ordinario di Farmacologia all’università del Piemonte Orientale e rappresentante italiano nel Comitato per i medicinali a uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea del farmaco Ema, in un’intervista a ‘La Stampa’ risponde a una delle domande che ricorrono in queste ore, a seguito dello stop precauzionale disposto su AstraZeneca dall’Agenzia italiana del farmaco Aifa.
L’Ema sta raccogliendo tutti i dati e si pronuncerà una volta per tutti”, garantisce Genazzani. AstraZeneca parla di 15 trombosi e 22 embolie su 17 milioni di vaccinati:
“Sono segnali da non sottovalutare – osserva il farmacologo – La farmacovigilanza si occupa di valutare se tali eventi siano correlati alla vaccinazione. Gli studi svolti fin qui e l’uso in Inghilterra suggeriscono che non ci sia nesso, ma ogni evento avverso va approfondito”. Inoltre, il blocco disposto sul vaccino AstraZeneca servirà “anche per valutare se questo vaccino sia più problematico di altri”.
Chi si è vaccinato con AstraZeneca deve temere conseguenze?
“L’eventuale correlazione sarebbe rara e il rapporto rischi-benefici resterebbe positivo”, risponde Genazzani, sottolineando che “mia moglie si è vaccinata ieri”. Il docente ammette che il rischio di un ritardo nella campagna vaccinale “esiste, così come di lasciare scoperte le persone. La speranza è che si chiarisca tutto e aumentino i rifornimenti, così da vaccinare entro settembre il 70% degli italiani”.
“Penso ci sia stato troppo ottimismo nella capacità produttiva iniziale – riflette l’esperto del Chmp Ema – Ora però si sta recuperando. Al secondo mercato” dei vaccini “non credo e, se c’è, è una truffa”.
Ma quali altri vaccini arriveranno?
“L’Ema ha appena approvato Janssen di Johnson&Johnson: è in una dose – ricorda il farmacologo – il che agevola la logistica, anche se per orai dati dimostrano una protezione di alcuni mesi per cui potrebbe servirne una seconda. I vaccini proteggono in modo simile e hanno tutti grande efficacia contro la malattia grave. Quanto duri questa protezione però si scoprirà col tempo. La tecnologia di Johnson&Johnson è pensata per funzionare con una dose, ma non è detto che non se ne renda necessaria una seconda”.
Ci sono poi “CureVac, Novavax e Sputnik” che “hanno iniziato a sottomettere i dati all’Ema e potrebbero venire approvati entro maggio. Al momento non è possibile dire quale sia più promettente, certo aumenteranno la capacità vaccinale”.
Ha senso autorizzare il vaccino russo in Italia?
Secondo Genazzani, “ci sono diverse ragioni per cui penso di no: la capacità produttiva probabilmente insufficiente per rifornire l’Italia; l’incompletezza dei dati a disposizione, che in ogni caso andrebbero richiesti e valutati dall’Aifa; la sconvenienza di una competizione tra Paesi europei che sfavorirebbe l’Italia, che non è né il Paese più grande né il più ricco”.
Quanto all’emergenza varianti di Sars-CoV-2, “le linee guida per eventuali preparazioni sono pronte, così da poterle sviluppare velocemente, ma al momento i vaccini attuali sono sufficienti”.