Pd, Cuperlo: “Serve guida salda. Correntismo esasperato ma Zingaretti ci ripensi”

Pd, Cuperlo: “Serve guida salda. Correntismo esasperato ma Zingaretti ci ripensi”

Non si può perdere tempo ”in caminetti”: è importante che il Pd abbia ”una guida salda”.

Così Gianni Cuperlo che, in un’intervista alla Stampa, chiede a Nicola Zingaretti di ripensarci e all’Assemblea nazionale del partito di non accettare le sue dimissioni.

Per l’esponente dem, fra i più vicini al governatore del Lazio, nel partito esiste ”un correntismo esasperato che ho denunciato quando dirlo non era propriamente di moda. Il Pd ha bisogno di essere rifondato nel suo modo di discutere, di organizzarsi sui territori, dove spesso è ostaggio di notabilati inamovibili. E anche nel modo in cui seleziona una classe dirigente fuori dalla logica di fedeltà e rendite di potere. Ecco perché io non mi vergogno, io voglio ribaltare questa concezione della politica”.

“Come altri – racconta Cuperlo – avevo discusso con Nicola le difficoltà dell’ultima fase e apprezzata la sua scelta di accelerare un chiarimento politico dopo la nascita del governo Draghi, ma non servono accuse né indici puntati. La politica purtroppo riserva anche durezze, per questo credo di intuire i pensieri di Nicola a fronte di scelte non facili che abbiamo assunto dopo averle discusse negli organismi dirigenti e che formalmente sono state condivise da tutti”.

“Io dico guardiamo al Paese – prosegue Cuperlo – perché questo è un momento drammatico con la terza ondata della pandemia e l’angoscia per nuove vittime, ricoveri, per una economia che continua a soffrire. Anche per questo è importante che il Pd abbia una guida salda. Il tema è la nostra identità, la lettura che diamo dei conflitti aperti e la capacità di essere un’alternativa credibile alla destra sul terreno dei valori, delle coerenze e anche della qualità di una classe dirigente. Io mi auguro che l’assemblea convocata per il 13 e 14 marzo respinga con convinzione le dimissioni di Nicola e spero che, nonostante l’amarezza, lui possa ritornare sulla sua decisione”.

“Io sarei ipocrita se negassi che siamo in un momento difficile – conclude – Però una cosa abbiamo dimostrato in questi mesi terribili, ed è stato il senso di responsabilità verso le persone e la loro sofferenza. Sono certo che questa funzione non verrà meno, tanto più che abbiamo davanti settimane complicate. Discuteremo, certo, come è giusto che si faccia in una comunità, e quella discussione sarà tanto più utile quanto più dirà con chiarezza chi siamo. Spero che Nicola riveda la sua decisione e per quanto posso lavorerò per questo. L’alternativa non potrebbe che essere una transizione verso un congresso appena le condizioni lo consentiranno. Questo non è tempo di caminetti, esiste una questione democratica che investe il Paese con elezioni rinviate per la pandemia. Ma la democrazia non si può sospendere all’infinito”.

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