La Corte d’Assise d’Appello di Catania ha confermato l’ergastolo per Ignazio Sciurello, 51 anni, considerandolo l’autore dell’omicidio di Massimo Pappalardo, 32 anni.
Il cadavere carbonizzato di quest’ultimo venne rinvenuto in una scarpata di contrada Poggio Monaco l’8 marzo 2015 in una Toyota Aygo, anch’essa bruciata.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Paternò, la sera del delitto Pappalardo avrebbe telefonato alla fidanzata dicendole che dovevano interrompere la relazione.
La donna capì che la chiamata era stata fatta sotto la minaccia di Ignazio Sciurello, che non aveva mai accettato la fine della storia e che la perseguitava quotidianamente tanto da costringerla a denunciarlo per stalking.
L’inchiesta della Procura, in cui sono confluite le registrazioni di immagini di filmati di impianti di video sorveglianza e di esami di tabulati telefonici, ha ricostruito la dinamica con l’uccisione di Pappalardo da parte di Ignazio Sciurello e Massimo Distefano e che, poi, assieme a Giuseppe Sciurello hanno distrutto e soppresso il cadavere utilizzando 20 litri di benzina comprata in un distributore di carburanti e portata sul posto con un’altra auto.
Massimo Distefano è stato condannato a 24 anni di reclusione, 2 anni a Giuseppe Sciurello.
La famiglia della vittima si è costituita parte civile
Ignazio Sciurello dopo il delitto si rese irreperibile e fu arrestato, il 1 ottobre 2015, dalla polizia francese nei sobborghi di Parigi.
La difesa dell’imputato ha preannunciaro ricorso in Cassazione.