La presentazione del libro ‘L’isola delle Tenebre’, a cura di Giuseppe Maresca, edito da ‘Algra Editore’, ha tenuto ieri a battesimo la prima uscita pubblica del Liceo delle Scienze Umane di Santa Maria di Licodia e dell’ISS ‘Mario Rapisardi’ di Paternò.
L’organizzazione dell’evento si è resa possibile grazie all’impiego dell’ampia Aula Magna dell’Istituto capace di ospitare la scolaresca nel rispetto dei protocolli di sicurezza.
Il concerto di parole, immagini e suggestioni ha preso il ‘la’ dopo i saluti del dirigente Luciano Maria Sambataro, che ha promosso e sostenuto l’iniziativa; quindi la parola alle istituzioni locali, coinvolte alla partecipazione attiva dalla responsabile di sede, prof.ssa Piera D’Agate, che hanno sottolineato l’assoluto ancoraggio tra il territorio da una parte e l’Istituzione scolastica dell’altra.
La presentazione diretta del testo, invece è toccata a Giuseppe Consoli, docente di lettere dell’Istituto, che ha sottolineato la peculiarità della letteratura siciliana: parafrasando Pirandello su Verga è davvero una letteratura di ‘cose’ e questo ha valorizzato l’intera opera, basti pensare che un secolo di letteratura italiana è stata innanzi tutto letteratura siciliana, senza mai scivolare nello strapaesismo regionalistico ma capace di parlare all’intero stivale: con Verga, De Roberto, Brancati, Vittorini e poi fino a Sciascia e a quell’artigiano di parole che è stato Gesualdo Bufalino.
Tutto questo c’è nei racconti ‘L’isola delle tenebre’ e nello specifico nel testo di Maresca ‘Nostra signora degli annegati’. Dove il participio passato di ‘annegare’ partecipa dell’azione degli uomini che nella nullificazione di se stessi ritrovano leopardianamente la dignità dell’essere umano.
Il filo della discussione è stato poi produttivamente interrotto dalle domande dei ragazzi, curiosi di conoscere le fonti ispiratrici e di sapere quali autori della cinematografia e della letteratura hanno influenzato la formazione dell’autore. Mai scontate le risposte dell’autore, accompagnate dalla passione ma anche dalla forza evocativa dell’immaginazione che è resta l’ultimo e l’estremo ancoraggio ad un mondo, quello fantastico, che poi svanisce con l’età adulta.