L’ex chiesa di San Francesco a Paternò – annessa all’omonimo monastero sull’acropoli di Paternò, dentro la città, classificato come centro storico – sarà destinata a sala per degustazione di prodotti agroalimentari della valle del Simeto.
Il Comune di Paternò ha conferito, infatti, l’incarico ad alcuni geometri interni all’amministrazione per predisporre un progetto di rifacimento degli intonaci storici e per realizzare l’impianto di riscaldamento, i servizi igienici.
I tecnici, a quanto pare, hanno modificato il progetto originario per partecipare a un bando – quello del GAL che afferisce al programma di sviluppo rurale – più idoneo agli edifici agricoli e più utile per finanziare la segnaletica dei percorsi storici come la Francigena-Fabaria.
La delibera è la n.95 ed è stata approvata ieri e prevede il “…rifacimento degli intonaci, realizzazione dell’impianto di riscaldamento, realizzazione dei servizi, e di una sala per la degustazione dei prodotti agroalimentari della valle del Simeto dell’importo complessivo di 140 mila euro”.
L’atto definisce un programma poco condiviso e partecipato con la collettività e, quel che è peggio, rischia non solo di banalizzare uno dei più importanti monumenti dell’acropoli di Paternò ma mette a repentaglio l’integrità delle testimonianze in esso conservate.
Ma è stato chiesto il dovuto parere alla Soprintendenza che per i beni vincolati deve dare anche il nulla osta per la destinazione d’uso proposta che deve essere compatibile anche con i caratteri complessivi del monumento (le sue caratteristiche formali, la sua storia, la sua destinazione d’uso originaria, ….). Il mercatino-tavola-calda proposto, con i suoi stand per l’esposizione e la vendita del cibo, non i suoi tavoli con i piatti e bicchieri per mangiare e bere i prodotti esposti, può dirsi congruo con i caratteri e la storia di questo splendido monumento?
Per l’amministrazione comunale l’importante è spendere soldi, anche se oramai tutta la città è allo sfascio e non sto qui ad elencare i luoghi e i posti fatiscenti