“Abbiamo poche settimane per fermare la terza ondata” di Covid-19 in Italia, che potrebbe arrivare “già a marzo”.
Per questo “sostengo la necessità di un cambio di marcia nella somministrazione dei vaccini, necessario per la maggiore aggressività delle varianti del virus in alcune zone”.
Lo spiega in un’intervista a ‘Il Mattino’ Ranieri Guerra, direttore vicario dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che propone un’integrazione del piano di profilassi nazionale e ha inviato le sue osservazioni al commissario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri e al ministro della Salute Roberto Speranza.
L’idea è quella di una “vaccinazione generale nelle aree dove si sono accesi focolai di contagio intensi” legati alle varianti di Sars-CoV-2, “come l’Abruzzo, la provincia di Perugia, il Trentino Alto Adige. Una somministrazione di massa, senza limitazioni di età o di attività lavorative”. “Le varianti sono ancora sensibili al vaccino, che al momento resta efficace”, sottolinea Guerra.
Ma “il pericolo è che, se le varianti dovessero ancora di più diffondersi, il virus potrebbe reagire al vaccino rendendolo vano”. Ma come attuare un’immunizzazione così estesa se le dosi a disposizione sono limitate? Per il dirigente Oms “è praticabile utilizzando il 10-20% dei residui di dosi disponibili. Credo che si debbano utilizzare, in modo intenso, le prossime 3 settimane”. Guerra esorta a “concentrare i residui disponibili nelle zone catalogate rosse per l’elevata aggressività del virus. Dobbiamo arrestare la pericolosità delle varianti”, insiste.
Vaccinare tutti in zona rossa, anche solo con una prima dose? “Credo di sì – risponde Guerra – Naturalmente questo correttivo dovrebbe essere previsto in un protocollo la cui decisione spetta al commissario con le Regioni. Penso che non si dovrebbe perdere tempo, perché le varianti ci fanno rischiare già a marzo una terza ondata di contagi”.
Le aree d’Italia dove il ‘piano Guerra’ andrebbe attuato “sono quelle identificate dalla mappatura dell’Istituto superiore di sanità. La bassa densità abitativa di queste aree rende praticabile la vaccinazione di massa. Vanno arrestati gli effetti delle varianti sull’incremento dei contagi. Credo sia fatale aspettare”, ribadisce l’esperto. “Non possiamo andare oltre i 15 giorni che credo siano il margine di tempo in cui potremmo trovarci in una terza fase di alti contagi”.
Secondo il direttore vicario dell’Oms, “il piano ordinario” di vaccinazioni “potrebbe ugualmente andare avanti, seguendo le indicazioni fissate”. Semplicemente “andrebbe affiancato da una strategia mirata che, utilizzando le dosi residue, blocchi l’avanzare delle varianti in aree identificate e circoscritte”.