Doping, la gioia di Schwazer dopo l’archiviazione: “E’ come la nascita di un figlio”

Doping, la gioia di Schwazer dopo l’archiviazione: “E’ come la nascita di un figlio”

“A livello sportivo direi che sia il mio giorno più bello in assoluto. Senza ombra di dubbio. Questo decreto di archiviazione è più importante anche della medaglia d’oro vinta all’Olimpiade di Pechino, nel 2008. Questa è una vittoria di gran lunga più faticosa. Molto più faticosa”, praticamente “è stato come la nascita di un figlio”.

Usa queste parole, Alex Schwazer, in un’intervista al Corriere della Sera in edicola oggi, per raccontare la sua odissea sportiva e giudiziaria, che si è conclusa con il deposito, da parte del gip del Tribunale di Bolzano, Walter Pelino, delle 87 pagine del dispositivo di archiviazioni delle accuse nei suoi confronti, che invece puntano il dito contro Wada e Iaaf (oggi World Athletics), accusate persino di falso ideologico, frode processuale e diffamazione.

Dunque, non fu doping nel 2016, ma “un complotto”, scrive il Corsera, “che gli impedì di partecipare all’Olimpiade di Rio de Janeiro e gli spazzò via la carriera”.

L’atleta spiega:

“Avrò bisogno di alcuni giorni per metabolizzare il tutto. Sicuramente ero molto contento perché aspettavo questo momento da quattro anni e mezzo. Finalmente tutti gli sforzi compiuti avevano determinato un risultato importante”.

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