Le dichiarazioni di recenti collaboratori di giustizia potrebbero riaprire il “cold case” di Nicola Ciadamidaro, misteriosamente scomparso la sera dell’8 giugno del 2016 mentre stava rientrando a casa ad Adrano dal luogo di lavoro, percorrendo la strada provinciale sp 231 a bordo del proprio ciclomotore elettrico.
Fu la madre a denunciarne la scomparsa, qualche giorno dopo, agli agenti del commissariato di Adrano, ma le ricerche non consentirono di rinvenire alcuna traccia del figlio né del mezzo su cui si muoveva.
A distanza di anni qualcosa si muove, anche se al momento su quel fatto, così come su un altro fatto di sangue, l’omicidio di Francesco Rosano, assassinato con diversi colpi di arma da fuoco la mattina del 18 gennaio del 2008, alcuni pentiti starebbero facendo delle rivelazioni che la Polizia ritiene possano essere assai utili alle indagini.
Nicola Ciadamidaro annoverava precedenti per associazione mafiosa, ed era stato arrestato dalla polizia nell’ottobre del 2006 nell’ambito dell’operazione “Meteorite”, che aveva interessato il gruppo malavitoso Liotta-Mazzone, da tempo disarticolato, antagonista delle cosche storicamente operanti nel comprensorio di Adrano, specie con quella denominata Santangelo-Taccuni collegata al clan Santapaola-Ercolano di Catania.
La scomparsa di Ciadamidaro fu letta dagli investigatori della polizia come un caso di ‘lupara bianca‘, e per questo non se ne è più saputo nulla.
