“Il risultato ovvero la vittoria nella causa si giocano tutte sulla fase cautelare, nella quale i ricorrenti hanno, in specie, ottenuto l’utilità richiesta, proprio quella per cui hanno proposto il ricorso, ossia il ripristino della didattica in presenza per i loro figli”.
L’avv. Fiorella Russo, legale dei ricorrenti che hanno chiesto l’intervento del TAR contro l’ordinanza di chiusura delle scuole del sindaco Naso, esprime soddisfazione per la vicenda conclusasi con la sentenza pubblicata giovedì 11 febbraio secondo la quale “Il ricorso risulta improcedibile in quanto il provvedimento impugnato ha esaurito i suoi effetti”.
I tempi di azione ristrettissimi – è la considerazione del legale – hanno concentrato nella fase cautelare gli effetti del ricorso. L’ordinanza di Naso, come si ricorderà, è stata sospesa il 19 gennaio e la didattica in presenza ripristinata.
“Ottenuta tale importante ed essenziale vittoria – scrive l’avv. Fiorella Russo – il merito del ricorso non si palesa in effetti sorretto da interesse della stessa entità , posto che l’interesse primario è stato già soddisfatto e la definizione nel merito non apporterebbe alcuna ulteriore utilità pratica ai ricorrenti. Proprio per questo il TAR ha ritenuto, quindi per ragioni di economia processuale, di non dover impiegare ulteriori energie a pronunciarsi più dettagliatamente sul merito della questione, avendo in ogni caso stigmatizzato in sede cautelare, cioè nel Decreto 63/2021 del 19.01.2021 l’assenza di idonea motivazione, di congrua istruttoria e di ponderato bilanciamento degli interessi nell’ordinanza impugnata”.
Per il legale “non vi è, perciò, dubbio sul fatto che, per un verso, si sia perfettamente raggiunto lo scopo che i ricorrenti si erano prefissati ossia quello di restituire ai propri figli non solo un diritto, quello alla didattica in presenza, ma altresì una visione di speranza correlata alla possibilità di superare, con l’approccio giusto, il disagio e le paure ingenerati da questo particolare momento storico; per l’altro verso non vi è dubbio che la decisione del Tar si colloca nel solco di quelle pronunce che, durante la pandemia, hanno contribuito a tracciare gli argini entro i quali deve muoversi una corretta e legittima attività amministrativa, che non potrà prescindere, anche per il futuro, da una congrua e ragionevole motivazione in ordine al proprio operato ovvero alla ponderazione degli interessi in gioco, in un’ottica di sempre maggiore vicinanza e trasparenza verso i cittadini”.