Catania, 15 fermi nell’Operazione ‘Minecraft’ contro il clan Cappello-Bonaccorsi: mafiosi ‘sorvegliavano’ movimenti Polizia (VIDEO)

Catania, 15 fermi nell’Operazione ‘Minecraft’ contro il clan Cappello-Bonaccorsi: mafiosi ‘sorvegliavano’ movimenti Polizia (VIDEO)

Il traffico di droga era l’affare principale del clan Cappello-Bonaccorsi. Soprattutto ‘Amnesia’, una sostanza che ha effetti devastanti su chi la assume. E’ quanto emerge dal blitz antimafia della Squadra mobile di Catania e dello Sco che ha portato in carcere 15 persone, azzerando i nuovi assetti del clan etneo.

Ad occuparsi del ‘business’ oltre a Salvuccio Lombardo, figlio di Salvatore inteso ‘u ciurarù cugino di Turi Cappello, era Sebastiano Cavallaro, 29 anni, al quale il gip ha riconosciuto il ruolo di organizzatore, preposto alla gestione degli affari illeciti del gruppo di Lombardo Jr. I due potevano contare sulla stabile partecipazione all’organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti di Francesco Cavallaro, Giuseppe Francesco La Rocca, Giuseppe Spartano, Giuseppe Di Stefano e Renzo Cristaudo. Nei confronti degli ultimi due il gip ha ritenuto la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza anche del delitto di associazione di stampo mafioso.

Durante le indagini il 20 novembre scorso sono stati sequestrati oltre 2 di Amnesia e arresto a Messina due corrieri che trasportavano la droga, commissionata da Giusi Messina e dal figlio Domenico Alessandro (quest’ultimo già all’epoca dei fatti sottoposto al regime degli arresti domiciliari nel comune di Milazzo).

Nell’abitazione di Francesco Cavallaro, inoltre, in occasione del blitz della Squadra Mobile di Catania e del Servizio entrale operativo sono stati scoperti e sequestrati 22 chili circa di marijuana, strumenti per la pesatura e materiale per il confezionamento. Una vera e propria serra con 73 piante di marijuana e tutta l’apparecchiatura necessaria per la coltivazione della droga, invece, è stata trovata nell’abitazione di Giuseppe Francesco La Rocca. “Il traffico illecito gestito dal clan era certamente molto redditizio così come dimostrato dal sequestro della somma di euro 188.000 euro in banconote contanti”, dicono gli investigatori.

IL RUOLO STRATEGICO DI UNA DONNA

Strategico è stato il ruolo di Giusi Messina, tra i 15 fermati nell’operazione antimafia della polizia di Catania. La donna era impegnata nell’attività di spaccio gestita dal figlio che, essendo agli arresti domiciliari a Milazzo, non aveva libertà di movimento. Non solo: spesso recapitava le somme di denaro per l’acquisto della sostanza stupefacente ai venditori catanesi. Approfittando di una sua patologia che la autorizzava a sottoporsi a visite mediche a Catania spesso in periodo di zone rosse ed arancioni passava da una provincia all’altra. A novembre scorso durante un sequestro di droga per due 2 chili di marijuana la donna era di staffetta mentre faceva ritorno a Milazzo dopo essere stata a Catania per acquistare. In quell’occasione furono arrestati dalla polizia stradale due corrieri di droga.

I ‘FORTINI’ DEL CLAN

Due villaggi costruiti a ridosso del mare e trasformati in veri e propri fortini del clan, con tanto di impianti di videosorveglianza e vedette al fine di prevenire i controlli da arte delle forze di polizia. Accadeva a Catania, dove il clan mafioso Cappello-Bonaccorsi aveva costruito la sua roccaforte nei villaggi balneari Campo di Mare e Ippocampo di Mare, all’interno dell’Oasi del Simeto, alla periferia Sud del capoluogo etneo. A scoprire il tutto è stata la polizia, che ha portato a termine l’operazione ‘Minecraft’ con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catania.

Gli investigatori, inoltre, hanno scoperto che i componenti del clan, temendo di essere arrestati, trascorrevano spesso le notti nei pressi degli uffici di polizia “per monitorare l’eventuale uscita di mezzi – è la ricostruzione della questura di Catania – che potessero lasciar presagire l’esecuzione di provvedimenti di cattura”. Gli indagati, inoltre, avevano pianificato l’installazione di telecamere in corrispondenza di alcuni uffici di polizia come quelli della squadra mobile.

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