I Carabinieri della “Squadra Lupi” del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale hanno arrestato nella flagranza i catanesi Pietro Marino di anni 46 (percettore di reddito di cittadinanza) e Pietro Monica di anni 37, poiché ritenuti responsabili di detenzione di arma clandestina, detenzione illegale di munizioni, nonché detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Sempre più efficace l’azione anticrimine dei Lupi che al termine di un’attività info investigativa hanno fatto visita nella seconda casa del 46enne (per l’esattezza l’abitazione è di proprietà della moglie ed insieme vi hanno risieduto fino al 2014), stabile suddiviso in un piano terra ed un primo piano.
I militari, fiutando il tipico odore acre della marijuana, hanno varcato la prima porta blindata che consentiva l’accesso all’appartamento posto al primo piano, all’interno del quale hanno sorpreso il 37enne intento a confezionare delle dosi di marijuana.
Nella medesima unità abitativa, esattamente in camera da letto, i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato 5 Kg circa di marijuana, 2.039 pastiglie di ecstasy, 8 grammi circa di cocaina, 25 circa grammi di hashish, 70 grammi circa di Ketamina – sostanze conservate soprattutto all’interno di valige e borsoni – tutto il materiale occorrente al taglio e il confezionamento delle droghe, diversi bloc-notes con indicati nomi e cifre riferiti al giro d’affari.
Proseguendo nella perquisizione, gli operanti, dietro una seconda porta blindata, hanno scoperto l’esistenza di un vano ammezzato (costruito abusivamente) dove all’interno di un comodino e sul comò hanno rinvenuto e sequestrato 1 pistola marca bruni, cal. 8, con canna modificata e munita di serbatoio contenente 11 cartucce cal. 380, 10 cartucce cal. 380, 250 grammi di polvere da sparo, 9 bossoli cal. 7,65 , 1 bossolo cal. 357 magnum con innesco inserito, arnesi e materiale utili per ricaricare le cartucce.
L’arma sequestrata, prossimamente, sarà inviata agli esperti del R.I.S. di Messina per essere sottoposta agli esami tecnico-balistici che potrebbero stabilirne l’eventuale utilizzo in pregressi eventi criminosi.
Al termine delle formalità di rito si è provveduto a tradurre il 46enne nel carcere di Siracusa, mentre per il 37enne si sono aperte le porte del carcere di Augusta (SR).