“Da mesi chiediamo un salto di qualità nell’azione del governo. Serve un sogno per l’Italia, non l’incubo del litigio quotidiano. Serve un progetto, una visione, una strategia. La chiediamo da mesi: se finalmente gli altri ci sono, ci trovano preparati. Basta polemiche, parliamo di sanità, di giovani, di futuro. Torniamo alla politica”.
Lo dice il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, in un’intervista al Corriere della Sera, spiegando le ragioni della rottura con il governo Conte:
“Noi non abbiamo rotto: abbiamo chiesto risposte su scuole, vaccini, infrastrutture, lavoro. Non le abbiamo avute. Abbiamo parlato in Parlamento, organizzato tavoli di maggioranza, fatto interventi ovunque.
Tutte le volte che aprivo bocca mi dicevano: ‘Ecco l’uomo dei penultimatum’, chiede e non ottiene, parla solo per cercare visibilità personale. Alla fine — con molto dolore — le ministre Bellanova e Bonetti e il sottosegretario Scalfarotto, tre persone straordinarie che fanno politica per servizio e non per interesse, si sono dimesse”.
“Noi vogliamo che si formi un governo di coalizione con un ruolo fondamentale per il Pd e per i suoi esponenti – dice Renzi – Il Pd sa che senza Italia viva non ci sono i numeri. Forse non sarà più amore, ma almeno è matematica.
Se Zingaretti insiste a dire no a Italia viva, finisce col dare il Paese a Salvini. È questo ciò che vuole? Conosco le donne e gli uomini del Pd. Dai gruppi parlamentari alle cucine delle case del popolo nessuno vuole regalare il Quirinale ai sovranisti”.
Se invece Conte al Senato ottenesse i 161 voti, per Renzi “sarebbe un atto di chiarezza. E riconoscerei il successo parlamentare per il premier”.
E aggiunge: “Da senatore continuerò a sostenere l’Italia sulle cose che condivido e votare contro le cose che non condivido”.