Il tribunale del riesame di Palermo ha scarcerato la mamma della bimba, oggi di sette mesi, lasciata all’ospedale dei Bambini del capoluogo siciliano ai primi di ottobre, e dall’inizio di dicembre – quando era pure risultata positiva al Covid – rimasta priva di qualsiasi tipo di assistenza da parte dei genitori o dei familiari.
Il collegio presieduto da Giangaspare Camerini ha pronunciato solo il dispositivo, la vigilia di Capodanno: non si conoscono ancora le motivazioni, che verranno rese note entro 45 giorni.
La bimba, che nel frattempo si è negativizzata ed è stata data in affidamento a una casa famiglia, non verrà comunque per il momento restituita alla mamma, arrestata a Catania intorno al 20 dicembre, su richiesta della Procura di Palermo e del pool soggetti deboli, coordinato dall’aggiunto Annamaria Picozzi.
La donna, di etnia rom e di cittadinanza rumena, era stata individuata grazie ai documenti di identità, presentati nel capoluogo etneo, dove si era presentata in commissariato per denunciare lo smarrimento della carta per il reddito di cittadinanza:
dopo che la bimba positiva era rimasta senza parenti, sostanzialmente lasciata completamente da sola, per la mamma era stata chiesta ed emessa dal Gip Piergiorgio Morosini un’ordinanza di custodia cautelare, con l’ipotesi di abbandono di minore.
Quando è stata portata in carcere, l’indagata ha respinto le accuse, sostenendo di non avere voluto disinteressarsi della figlia ma di essere dovuta rientrare di urgenza in Romania per la morte della sorella e di essere poi rimasta bloccata per via dell’emergenza Coronavirus: non potendo portare con se’ la bimba, secondo la sua spiegazione, l’aveva affidata a una cognata.
E infatti in ospedale i medici avevano registrato la presenza di una zia, che si era presentata al momento del ricovero – dovuto ad alcuni sintomi influenzali – e poi aveva fatto perdere le proprie tracce: la successiva individuazione della madre era stata resa possibile da un certificato di nascita da cui emergevano le sue generalità.
Sempre stando alla difesa della mamma, la positività al Covid avrebbe preoccupato la cognata per le possibili conseguenze e lei sarebbe scappata per paura.
La donna ha aggiunto di essersi messa in contatto con la casa famiglia dove si trova la neonata e di avere pensato di partecipare all’udienza per l’affidamento della bimba a una famiglia, per opporsi a questa prospettiva davanti al Tribunale per i minori.
I suoi legali hanno prodotto al riesame la procura speciale da lei rilasciata a un avvocato civilista per essere rappresentata in giudizio: segno che non vorrebbe affatto abbandonare e rinunciare alla bambina.
La Procura è però pronta a rilanciare, dato che aveva prodotto al Gip i tracciati telefonici da cui emergeva come, nei giorni in cui l’indagata diceva di essere in Romania, lei fosse in realtà in un luogo in cui il suo telefono agganciava le celle di Napoli e Caserta.