Appuntamento alla Camera e al Senato. Se Conte vuole la conta, lo aspettiamo in Parlamento.
E’ il messaggio che Matteo Renzi trasmette in un’intervista al “Messaggero” al presidente del Consiglio, accompagnando la sua ‘sfida’ a un elenco di appuntamenti mancati e di passi falsi fatti dal governo nelle ultime settimane.
Il governo Conte, viene chiesto al leader di Iv, è finito? “Dipende da Conte prima e dal Parlamento poi, non da me.
Noi – osserva Renzi – abbiamo messo per iscritto in due documenti le cose che non ci convincono. Sono argomenti di merito, tanti. Se avessimo preso i soldi del Mes a primavera oggi avremmo più risorse per velocizzare la vaccinazione. Se avessimo sbloccato i cantieri, oggi avremmo meno soldi da spendere per la cassa integrazione. Se però le nostre idee danno fastidio, andiamo all’opposizione. Abbiamo la schiena dritta, non cediamo sui contenuti in cambio di tre poltrone”.
“Conte – prosegue Renzi – ha detto che verrà in Parlamento. A mio giudizio ha sbagliato a chiudere così la verifica di governo. Ma se ha scelto di andare a contarsi in aula accettiamo la sfida. Peraltro lo ha fatto dal pulpito di una conferenza stampa mentre il Senato votava per la prima volta una legge di bilancio il 30 dicembre senza possibilità di cambiarla. Uno scandalo istituzionale. Peccato che Conte abbia preferito evitare l’Aula per inseguire l’ennesima diretta tv”.
Il leader di Iv nega tuttavia che stia inviando un avviso di sfratto a palazzo Chigi.
Non c’è “nessun altolà, ma lei ha visto che cosa è successo? Hanno cercato di approvare nottetempo un documento decisivo per il futuro del nostro Paese senza averlo letto. Non dico senza averlo fatto vedere a noi, ma nemmeno senza averlo letto loro.
Quando il premier dice che quello non era un emendamento alla legge di Bilancio e viene smentito dai suoi ministri provo dispiacere per lui: un tempo ci si domandava chi scrivesse i testi di Palazzo Chigi, adesso la domanda è se c’è qualcuno che li legga”.
Non ha paura della creazione di una pattuglia di responsabili o di eventuali divisioni tra i senatori di Italia Viva?
“Non ho paura della libertà delle persone.
Se qualche parlamentare vorrà appoggiare il governo Conte perché convinto dalle parole del premier, bene. Penso che il premier sia sicuro dei suoi conti, altrimenti avrebbe scelto la strada del confronto politico prima di andare in aula. Invece ho letto come lei le sue parole sulla sfida in Parlamento e quindi adesso aspetto rispettosamente la convocazione del Senato”.
Quale soluzione immagina dopo Conte, è possibile un governo di transizione guidato da Mario Draghi? “In Italia c’è solo un premier alla volta. Oggi si chiama Conte. E lui mi sembra molto fiducioso sui numeri, altrimenti avrebbe usato un tono diverso in queste settimane. Se invece andrà sotto, abbiamo varie soluzioni diverse che potranno essere valutate dal Parlamento e dal Capo dello Stato.
Anticipare adesso la posizione di Italia Viva sarebbe mancare di rispetto al Quirinale. La Costituzione dice che la legislatura va avanti finché ci sono i numeri in Parlamento, non finché lo dice Conte”.