“A sustanza, sta unni c’è a mancanza”, un antico detto siciliano è la parola chiave di un corto pensato e realizzato come un atto d’amore per chi ha preso congedo dalla vita.
Se, come si legge nel Piccolo Principe, l’essenziale è invisibile agli occhi è perché ciò che conta davvero è custodito nel cuore degli uomini. I
l valore dell’assenza e dei gesti d’amore ‘ultimi’ rappresentano, del resto, il tratto distintivo di questi mesi di tragedia pandemica.
Il cortometraggio in bianco e nero – intitolato La vigilia – è stato realizzato da due filmaker catanesi, Daniele Di Mauro e Antonio Ciravolo. Il primo ha curato la regia, il secondo è l’autore del soggetto e voce narrante.
Direttore della fotografia, assieme a Di Mauro, è Delia Zappalà. Tra gli interpreti del film breve c’è anche il fotografo adranita Federico Verzì (nella foto di copertina).
Il giorno della vigilia di qualcosa – di Natale, di Capodanno, di un momento che conta nella nostra vita – ciascuno di noi deve fare i conti con una sorta di ‘affollata solitudine’ che ha il volto delle persone che ha amato davvero e che non ci sono più.
“Con questo lavoro – spiegano i due autori – abbiamo voluto affrontare il bisogno, spesso insoddisfatto, di poter dire quello che si prova a coloro i quali si ama. In un’epoca votata al consumo più sfrenato, forse declinare il tempo secondo una sottrazione, una mancanza, potrebbe servire a mettere in rilievo ciò che è davvero essenziale.
“La scelta del bianco e nero – proseguono Di Mauro e Ciravolo – così come quella delle parole dette, punta proprio a lodare la semplicità che qui non è sinonimo di banalità bensì di concretezza, di nudità, di inevitabile propensione umana all’amore”.