Ollio sta diventando Stanlio. L’attore comico catanese Carmelo Caccamo, 38 anni, popolare tra il pubblico grazie al personaggio della ‘Signora Santina’, ha perso una cinquantina di chili e quasi non lo si riconosce più.
Sforato il limite di guardia, Caccamo ha deciso di cambiare pelle e adottare buone pratiche alimentari.
In questa lunga intervista al Corriere Etneo, Caccamo racconta i segreti del lento percorso verso la quasi-magrezza e confida la ragione per la quale, 10 anni fa, cominciò a mangiare in maniera smodata. La sua verve comica, però, rimane intatta.
Caccamo, quanti chili ha perso?
Fino ad oggi sono 46. Ho cominciato questo percorso tra luglio e agosto
Quale metodo ha usato?
Il metodo di ‘è meglio che mi tolgo di dosso un po’ di roba’. Ho cominciato scherzando, non avevo messo in conto di fare una dieta, di seguire un percorso di dimagrimento. Una sera mentre guardavo il programma ‘Vite al limite’ (reality show sulle persone patologicamente obese ndr.), con il professore Nowzaradan, mi sono sentito in colpa.
Mi sono detto: ho tre figli e voglio arrivare a godermeli. Così ho cominciato la dieta, per scelta non sono andato da nessun dietologo. In questi anni ne ho girati un’infinità. La verità è che il dietologo migliore sono io, è la mia testa che mi fa dire che è arrivato il momento di fare sul serio. Subito ho tolto il pane e la pasta. Ero un bevitore esagerato di Coca-cola, ne bevevo a iosa. Tolta anche quella.
Assieme a questo ho associato l’attività fisica: tutte le mattine facevo 20 minuti a piedi su una pista di Canalicchio, a due passi dalla radio dove vado in onda. Ho visto subito i risultato e mi sono spostato sul lungomare di Catania: alle 6 di mattina facevo avanti e indietro. In tanti sono venuti a trovarmi, perché non credevano che lo facessi davvero. Mi sono poi affidato a un personal trainer e quando hanno chiuso le palestre ho continuato a casa mia.
C’è stato bisogno del bisturi?
Assolutamente no, in tanti me lo stanno chiedendo. Forse il bisturi, se ci vorrà, sarà per un fattore estetico. Sono sposato, non devo essere più bello per le altre, ho i miei figli: mi basta stare bene. Il mio medico mi ricorda sempre che devo raggiungere il peso-salute e non il peso-bellezza.
Fino a che punto era ingrassato?
Non mi vergogno a dirlo, sono arrivato al peso massimo di 200 chili. Non camminavo più, ero sedentarissimo. Non riuscivo a fare le operazioni più semplici, per farmi la doccia dovevo farmi aiutare. Ora che ho perso quasi 50 chili me ne accorgo. Confesso di essere stato sempre grasso, ma non mi ero mai spinto oltre i 110/120 chili.
Ha un obiettivo che vuole raggiungere in termini di peso?
Voglio arrivare a 130 chili, che non è né tanto né poco. Voglio farlo (si mette a ridere ndr.) per due motivi: primo, per potere andare nei negozi d’abbigliamento dove, di solito, la prima cosa che ti dicono è “lassassi perdiri, chistu ‘ppi lei non c’è”.
Voglio poter dire, quindi, ‘voglio quel capo’ e a quel punto non potranno ripetere più il ritornello. La seconda ragione è più importante: i miei figli mi rimproverano che non gioco a terra seduto assieme a loro. Ho promesso loro che con il nuovo anno lo farò. L’ho già fatto, a dire il vero. Vorrei poterlo fare ancora, in maniera più comoda.
Rispettare la dieta a Natale le è costata fatica?
Durante le feste di Natale mi sono comportato bene e lo farò anche stasera, per il cenone di Capodanno. I dietologi amano ripetere che non si ingrassa da Natale a Capodanno ma da Capodanno a Natale. Personalmente qualche capriccio me lo sono passato, grazie al mio orologio digitale che mi aggiorna sulle calorie consumate. Calibro i passi di allenamento che faccio con le calorie che posso permettermi. Stasera, per essere chiari, si mangia.
Ricordo una sua battuta: “E’ da 15 giorni che faccio la dieta. Quanto ho perso? 15 giorni”. Quali sono le regole ferree per chi vuole perdere peso sul serio?
Quando ci si guarda allo specchio e ci si vede più magri, non pensare minimamente che visto che hai perso 2 chili, un piatto di pasta con la panna te lo puoi mangiare. Non cullarsi mai del peso perso. Si dev’essere sempre costanti. Personalmente, con l’aiuto di mia moglie, riesco a pianificare un menu settimanale con alcune cose un po’ più sfiziose per le serate in cui torno a casa stanco.
Negli anni ’70, gli italiani assistettero al cambiamento radicale – sotto l’aspetto fisico – di un grande attore comico, Gino Bramieri. Diventò magro ma restò un grande comico. Vorrei applicare la stessa regola a lei.
Non bisogna essere grassi per essere attori comici e non bisogna essere attori magri per essere attori drammatici.
In tanti mi chiedono in questi giorni se non farò più la ‘Signora Santina’. Ma io non ho deciso di fare la Signora Santina perché ero grasso ma perché era un personaggio che funzionava tantissimo in teatro. Grasso o magro è sempre il pubblico che decide se fa ridere oppure no. Anche da pseudomagro – dire magro è ancora troppo – la Signora Santina resterà. Sarà più sexy e potrà partecipare a quei concorsi di bellezza che ha sempre voluto fare.
A proposito: ha già pensato cosa far dire alla Signora Santina in versione più snella?
Con il mio agente Francesco Grasso abbiamo studiato il ‘piano B’ della Signora Santina. Tra qualche settimana, a covid piacendo, dovremmo ripartire con la registrazione delle nuove puntate di ‘Meno male che c’è Santina’, format televisivo con Cristiano Di Stefano. E allora abbiamo pensato di dedicare la prima settimana alla Signora Santina che è stata in una clinica di bellezza, si è disintossicata ed è diventata più magra e più giovane. Cambierà anche il suo abbigliamento, ovviamente.
La sua pinguedine sul piano artistico l’ha favorito oppure l’ha ingabbiato in un ruolo fisso, quello del grasso che deve far ridere.
Il mio essere ‘diversamente magro’ ha giocato un ruolo fondamentale. Dal punto di vista teatrale paragono la mia fortuna a quella di un grande come Tuccio Musumeci, nessun paragone sul piano artistico: Tuccio quando entra in scena, anche se non dice una parola, fa ridere il pubblico. Per me è la stessa cosa: con la mia rotondità, basta che faccia un’espressione facciale e parte subito l’appaluso. Nello stesso tempo, però, mi sono sentito ingabbiato. Non mi sono mai potuto permettere, per esempio, di fare Turiddu nella Cavalleria rusticana o Liolà di Pirandello. Personaggi aitanti che mal si conciliano con una persona grassa.
Nel cinema, invece, ho sempre lavorato grazie alla mia rotondità. Nell’ultimo film ‘Rapiscimi’, dove recito da protagonista, serviva uno con il mio peso. Adesso, però, ho deciso: anche se non dovessi avere più ruoli da ‘rotondo’, voglio dimagrire.
In questi giorni qual è stato il commento più spiritoso sul suo nuovo aspetto?
Commenti comici pochi, a dire il vero. Sui social quando ho pubblicato le mie foto di ‘prima e dopo’ una signora mi ha scritto ‘Secondo me non sei tu’. Nemmeno in privato sono riuscito a convincerla: mi ha controreplicato chiedendomi se avessi un fratello.
In pochi conoscono la ragione per la quale lei, da giovane, ha cominciato a mangiare in maniera smodata.
Ho cominciare a mangiare tanto, una decina d’anni fa, quando a mia mamma – oggi 58enne – venne diagnosticata la Sla. Oggi lei è tracheotomizzata, a letto, non parla e non si muove. Comunica attraverso un computer. E’ una persona lucida chiusa dentro un blocco di cemento. La gente non lo sa che mi sono strafogato di cibo per non pensare a tutto questo. Ciascuno di noi ha un dolore dentro: per questo quando vediamo qualcuno magro, sordo, cieco, senza un braccio, alto o basso, non giudichiamolo mai. Non sappiamo la storia che c’è dietro quella persona”.