Regione, Musumeci fa il rimpasto: entrano Scilla e Zambuto. Fava: “Così in giunta nessuna donna”

Regione, Musumeci fa il rimpasto: entrano Scilla e Zambuto. Fava: “Così in giunta nessuna donna”

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha deciso il rimpasto della giunta con il cambio di due assessori.

Tony Scilla e Marco Zambuto entrano nel governo siciliano al posto di Edy Bandiera e Bernadette Grasso, l’unica donna in giunta.

Tony Scilla diventa il nuovo assessore all’Agricoltura, dopo aver fatto parte della segreteria dell’assessore uscente Bandiera ed essersi occupato in prima persona della vicenda dei pescatori siciliani sequestrati in Libia. Marco Zambuto riceve, invece, la delega alle Autonomie locali. Ex sindaco di Agrigento, in passato presidente del partito democratico siciliano, Zambuto è approdato solo alle ultime amministrative di ottobre fra le fila di Forza Italia. I due nuovi assessori firmeranno oggi davanti al presidente di Regione.

In un post, Bernardette Grasso ha scritto di non sentirsi “vittima di un sistema di giochi di palazzo che in realtà non ci sono stati, ma solo la richiesta da parte di altre province di essere rappresentate in giunta regionale. La coerenza e la dignità che ho cercato di trasferire nell’ambito delle istituzioni mi appartengono e mi distinguono”.

Duro il commento al turn-over regionale dell’esponente di ‘Centopassi’ Claudio Fava:

“Con l’esercizio provvisorio in alto mare e la Sicilia a rischio di default finanziario – scrive Fava – l’unico pensiero del presidente Musumeci in queste settimane è stato il rimpastino della giunta, condizione necessaria per portare a casa l’approvazione della manovra di fine anno.

“In un grottesco travisamento delle forme politiche e della sostanza democratica Musumeci inaugura la prima giunta integralmente al maschile, virile rimembranza del ventennio fascista in cui alle donne non era neppure concesso di votare – aggiunge Fava -. Sarà il caso che di questa offesa giuridica e culturale si occupi anche il presidente Mattarella, a meno che l’autonomia siciliana debba essere intesa anche come extraterritorialità rispetto alla civiltà del diritto e della storia”.

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