“Mi stupisce sapere che non tutti vorranno farlo”.
A parlare così di chi è contrario al vaccino anti Covid-19 è – in un’intervista a ‘Repubblica’ – Tom Hanks, l’attore 64enne, due volte premio Oscar, che la scorsa primavera è stato tra i primi contagiati vip dal coronavirus.
“Nel 1961 – dice Hanks – la polio faceva parte della nostra vita, era ovunque. Con la mia famiglia vivevo a Pleasant Hill in California. Un giorno siamo saliti tutti in macchina, e con le altre famiglie ci siamo messi in una lunga fila che portava al college della zona dove dei medici ti davano un cubetto di zucchero in piccoli contenitori di carta. Tutti l’abbiamo preso, sapevamo che era per il bene della collettività.
La scienza ci stava aiutando a vivere meglio. Ora siamo nella stessa situazione. E dobbiamo agire per il bene comune. Avendo già avuto il Covid, non so se anch’ io dovrò fare il vaccino. Ma se mi diranno di prenderlo sarò il primo, siate certi”.
Hanks e la moglie, dopo aver superato l’infezione, hanno messo il loro sangue a disposizione della scienza: “Si è ingigantito il nostro senso di responsabilità. Siamo personaggi pubblici, era fondamentale condividere.
Quando ti dicono che sei positivo, la paura ti soffoca. Io soffro di diabete, mia moglie ha avuto un cancro, eravamo più a rischio di altri.
Siamo stati ben curati e dopo pochi giorni eravamo fuori pericolo.
Da allora siamo in prima linea nel ribadire il rispetto delle regole, la mascherina, l’igiene delle mani, la distanza sociale e l’isolamento”, dice Hanks, da qualche giorno nei cinema statunitensi con ‘News of the World’, il western di Paul Greengrass, dove interpreta il capitano Jefferson Kyle Kidd, un veterano che attraversa il West a raccontare quel che accade nel mondo, leggendo notizie dai giornali a un pubblico di interessati.
“Ci sono riferimenti ai media di oggi, viviamo in un’epoca in cui l’opinione si maschera da notizia, la notizia diventa spettacolo per essere commercializzata. Una volta i giornalisti controllavano verificando le fonti, oggi ci sono notiziari 24 ore al giorno, la stessa storia assume forme diverse, è difficile capire quale sia la verità. Il mio personaggio ad esempio sceglie, tra le informazioni, ciò che pensa possa essere rilevante a seconda del pubblico, se si tratta di minatori o di operai, costruttori di ponti o di ferrovie, o illustra i miracoli della modernità, come l’installazione dei primi ascensori negli alberghi delle grandi città. Per un’ora crea aggregazione, condivisione, confronto”.