Ce l’abbiamo tutti un amico, o sedicente tale, che su qualsiasi argomento ha una conoscenza dei fatti che spaccia spesso per oro colato. Ti dice, ti racconta, a patto però che il suo nome, la sua persona, restino fuori da ogni cosa. Fosse un personaggio cinematografico direbbe senza pensarci su: “Non voglio grane”.
Se gli chiedi com’è che Armenide da piccolo travet di provincia si sia fatto in pochi anni una villa a mare e tre auto fuoriserie da togliere il fiato, il tuttologo reticente prima ti fa un sorriso e poi comincia: “Commercia con oggetti di valore: dall’oro ai diamanti d’importazione. Tutti lo trattano da esperto e fanno a gara a portargli il ben di dio. Non pensare che i suoi clienti sono tipi disperati, bravo hai capito tutto. Lui valuta, qualche volta storce il naso e poi dice la sua. Ad un tizio gli ha dato sull’unghia diecimila euro per un diamante che sembrava una nespola. Si dice che quel diamante l’abbia poi rivenduto a dieci volte tanto. Ora l’hai capito come fa i soldi?”.
La confessione si chiude sempre con il sigillo d’omertà: “Io non ti ho detto niente”. E passi per le rivelazioni scottanti, mica puoi utilizzare certe sceneggiature noir come fossero verità rivelate. Il guaio è che il muto/parlante ha una sua versione dei fatti anche su argomenti che non collidono nemmeno lontanamente con il terzo segreto di Fatima.
Me ne sono accorto quella volta che a un modello della specie ho chiesto se era al corrente del perché la vedova Trinchella, pia donna assai benestante ch’era riuscita a mantenere la formosità d’un tempo sebbene l’età non fosse più dalla sua parte, si eclissasse puntualmente ogni benedetta estate. Avevo barato, lo dico subito. Conoscevo le ragioni che si celavano dietro quella puntuale sparizione agostana. Me le aveva rivelate Teresa, una mia cugina cui da 9 anni ormai toccava accompagnare alle Terme di Fiuggi la succitata signora, in cura per il “mal di pietre”.
In cambio del servigio mia cugina ci guadagnava una vacanza tutta spesata. Nel cassettone della madre, mia zia, Teresa conservava le centinaia di foto scattate durante le trasferte alle terme.
“La vedova va ogni anno a Roma” mi fa il depositario del Gran Segreto, avendo cura di guardare furtivo a destra e sinistra per evitare che un killer armato possa porre fine alle sue rivelazioni.
“Nella Capitale vive il suo amante, un nobile siciliano scappato dall’Isola dopo che un boss gliel’aveva giurata. Hanno un figlio, fa l’avvocato in un importante studio legale che ad agosto chiude per ferie. Ora l’hai capito perché la bella signora scompare d’estate?”
Dovrei rispondergli “Ma che m… dici? Quali frottole ti passano per la testa?”. Resto incantato, invece.
Dall’abilità che ha di tirare fuori una sceneggiatura fatta e compiuta nel giro di pochi secondi. Tra me e me penso anzi per un attimo che, forse, sarebbe il caso di dare una controllatina alle foto di mia cugina. Vuoi vedere che… Ma non me ne dà il tempo. Il Testimone Universale guarda sorpreso l’orologio e mi saluta con affetto fissando i suoi occhi sorridenti sui miei: “Ovviamente… io non ti ho detto niente”.