Il versante nord ovest dell’Etna riassapora l’idea della realizzazione del terzo polo turistico. Era uno dei tanti obbiettivi dell’ex senatore Pino Firrarello durante il suo doppio mandato da sindaco di Bronte dal 2005 al 2015.
Oggi che è tornato al rappresentare la Città del Pistacchio, Firrarello rilancia fortemente un’idea che ritiene fondamentale per lo sviluppo economico e turistico di questo versante dell’Etna.
“Abbiamo il dovere di provarci – afferma il primo cittadino. Ho già presentato al presidente Musumeci una bozza del progetto che nel rispetto dell’ambiente e degli scopi istitutivi del Parco dell’Etna, intende portare i turisti ad alta quota praticamente tutto l’anno”.
E che Firrarello su questa idea ci creda lo dimostra il fatto che ha fatto preparare una bozza progettuale ideata dall’ingegnere brontese Brunella Capace sulla quale, dal punto di vista burocratico, hanno lavorato anche altri.
“L’idea progettuale – spiega l’ingegnere Capace – mira a far diventare il rifugio di monte Scavo tappa fondamentale per la risalita sull’Etna. Ho immaginato di far raggiungere il rifugio da 2 ingressi senza stravolgere gli equilibri ambientali. Il primo si trova in contrada Feudo Sottano sulla strada statale 284 in direzione di Randazzo. Da qui in auto percorrendo la strada rurale per Poggio del Monaco si raggiunge il cancello della Forestale dove ci attende un bus navetta che, percorrendo i sentieri esistenti del Parco, ci accompagna al rifugio. Il secondo dall’abitato di Bronte fino a Piano dei Grilli. Qui si lascia l’auto per prendere sempre un bus navetta fino Monte Scavo”.
Arrivati a Monte scavo però comincia il bello: “Esattamente. – spiega l’ingegnere Capace – Siamo a quota 1750 dove la natura diventa rarefatta ed il terreno sabbioso. Una cabinovia a 6 posti potrebbe far letteralmente “volare” i turisti senza alcun danno ambientale fino ai “Due Pizzi” a quota 2450. La cabinovia sarebbe il veicolo perfetto destagionalizzare il turismo e renderlo ottimo sia per lo sci invernale sia per le escursioni estive”.
Già perché il progetto non si esaurisce a “Due pizzi”.
“No – continua l’ingegnere – potrebbe proseguire fino a Piano Provenzana all’inizio degli impianti di risalita, unendo praticamente i 2 poli. Ci si potrebbe arrivare o con uno skilift o sempre con una cabinovia che, volendo, permetterebbe al turista di visitare i crateri dell’Etna partendo da Bronte”.
“Le strutture ricettive – continua Firrarello – devono rimanere nei paesi per far godere il territorio dell’economia che potrebbe derivare dalla valorizzazione turistica del Vulcano”.
Poi il sindaco continua:
“Musumeci mi ha promesso che come fatto per il progetto delle Diga di Bolo, altro obbiettivo importante, porterà in Giunta anche questo progetto. Io ci credo e so che ci crede anche lui, perché quando era presidente della Provincia l’idea di un terzo polo sull’Etna gli è balenata più volte. Non sarebbe poi un progetto isolato. – continua – Da decenni io lavoro ad una visione che punta a valorizzare Bronte dal punto di vista turistico e che è cominciata quando negli anni 80 il Comune ha acquistato il Castello Nelson, unico fazzoletto di terra siciliana dominata dagli inglesi, e che è proseguita con l’impegno per l’ammodernamento della Ss 284, la valorizzazione del pistacchio, della zona artigianale e la ristrutturazione delle Chiese di Bronte. L’Etna – conclude – rappresenta un altro importante e fondamentale tassello per completare un pacchetto in grado far conoscere al turismo che conta la bellezza di un territorio realmente baciato dal sole”.