Paternò, nasce il gruppo “Io sono l’1%” contro la chiusura delle scuole: in 95 firmano un documento

Paternò, nasce il gruppo “Io sono l’1%” contro la chiusura delle scuole: in 95 firmano un documento

A sostegno della riapertura delle scuole, a Paternò è nato il gruppo “Io sono l’1%”.

Il nome adottato è, sebbene con un pizzico di ironia, in aperto contrasto con il sindaco Naso che nei giorni scorsi, motivando la decisione di chiudere le scuole – nonostante la sentenza dicesse il contrario – ha spiegato che con lui stava il 99% della città.

Si tratta di un gruppo numeroso, formato – a quanto pare – da circa 400 persone. Un centinaio di loro ha sottoscritto un documento nel quale si sottolinea il dissenso dalla scelta adottata dal capo dell’amministrazione di chiudere l’attività in presenza nelle scuole. I firmatari – alla fine del documento pubblichiamo tutti i nomi – spiegano di non agire in nome e per conto della politica: “. Il bosco e il sottobosco della politica paternese non ci appartiene”.

Questo il testo integrale:

Siamo cittadini e genitori di Paternò che amano i propri figli, esattamente come voi. Guardiamo con preoccupazione alla crescita dei contagi e abbiamo paura, come ne avete voi. Ma siamo convinti che in un momento così difficile per la nostra città sia opportuno rimanere uniti e, soprattutto, lucidi e razionali. Paura e smarrimento sono sentimenti pericolosi, forse più di un virus: alimentano rabbia, irrazionalità, contrapposizione sociale ed esasperazione. Le conseguenze le abbiamo colte tutti: alta conflittualità e orribile linciaggio mediatico nei confronti di chi, legittimamente, ha persino esercitato un proprio diritto costituzionale.

Noi non ci vogliamo sostituire a nessuna autorità preposta. Rispettiamo il compito arduo di chi, in questo momento complesso, ha l’onere di gestire questa emergenza. Per tale ragione respingiamo al mittente qualsiasi accusa di politicizzazione e non prestiamo il fianco ad alcun gioco di bassa politica. Il bosco e il sottobosco della politica paternese non ci appartiene.

Ciò non di meno, ancor prima da cittadini che da genitori, evidenziamo tutto il nostro dissenso per la scelta di chiudere le attività didattiche in presenza per le ragioni che seguono.

Prima di tutto, perché come regolato a più livelli istituzionali, dal DPCM vigente fino all’Ordinanza del Presidente della Regione, nonché da specifiche circolari congiunte degli Assessorati alla Sanità e alla Pubblica Istruzione, la sospensione delle attività didattiche in presenza dovrebbe essere esperita solo ed esclusivamente previo parere del Dipartimento di prevenzione dell’ASP competente e solo dopo che questi abbia attuato specifici protocolli che ne scongiurino l’attuazione. In sintesi, la sospensione della didattica in presenza nelle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, dovrebbe essere applicata come “extrema ratio” in condizioni di peculiare gravità. Questa indicazione è stata ribadita, proprio qualche giorno fa, dallo stesso Assessore alla Pubblica Istruzione Lagalla che ha invitato gli amministratori locali siciliani ad evitare dolorosi strappi istituzionali citando, come esempio, proprio Paternò.

In secondo luogo, dai dati che vengono riportati dal prospetto riepilogativo allegato all’ordinanza sindacale emessa il 28.11.2020 (dati aggiornati al 09.11.2020) il numero esiguo dei contagi da Covid-19 per alunni, insegnanti e personale ATA (24 alunni, 12 docenti, 3 personale ATA) dimostra in modo inequivocabile che i rigidi protocolli scolastici attuati dentro le scuole hanno funzionato. Non abbiamo timore di affermare che le scuole siano luoghi sicuri o, quanto meno, non siano meno sicuri di qualsiasi altro spazio della città. Anzi, a tal proposito, ci sentiamo di affermare che se tutti i cittadini di Paternò rispettassero le raccomandazioni anti-covid con la stessa disciplina con cui alunni, insegnanti e personale scolastico hanno attuato tali protocolli, il contagio a Paternò sarebbe assolutamente limitato.

Terzo e ultimo elemento, la preoccupazione sulla salute generale dei nostri figli non può prescindere dalla loro salute psicologica, dall’aspetto relazionale e formativo, in particolare per i bambini più piccoli, con disabilità e con patologie croniche . Questo aspetto, troppo spesso trascurato dal mondo degli adulti, ma al centro dell’interesse nell’ultimo Convegno dell’Associazione Nazionale Pediatri italiani, fa emergere come i bambini, benché siano meno colpiti e in maniera meno grave dal Covid-19 rispetto agli adulti, pagano tuttavia un prezzo altissimo gli effetti dell’isolamento domestico. Secondo uno studio condotto dall’Ospedale Gaslini di Genova, l’isolamento a casa durante l’emergenza da nuovo coronavirus “ha causato l’insorgenza di problematiche comportamentali e sintomi di regressione nel 65% di bambini di età minore di 6 anni e nel 71% di quelli di età maggiore di 6 anni (fino a 18). Tra i disturbi più frequentemente evidenziati vi sono: l’aumento dell’irritabilità, disturbi del sonno e disturbi d’ansia” (Fonte: Ministero della Salute).

In ultimo, siamo consapevoli che la DAD sia uno strumento importante nell’emergenza e siamo testimoni diretti del grande impegno profuso ogni giorno dagli insegnanti e della loro professionalità. La nostra opposizione alla chiusura delle attività in presenza non è mai stata un’opposizione di principio allo strumento DAD o, addirittura, una negazione del grande valore professionale degli insegnanti, per cui rinnoviamo la nostra stima e vicinanza.

Concludiamo con le parole pronunciate proprio in questi giorni da Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico istituito presso il Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio che dice: “E’ più facile che uno studente risulti contagiato se non frequenta la scuola che il contrario. Per la nostra incapacità stiamo costruendo una generazione fragile e insicura.”

I firmatari
1. Martina Calvagna, casalinga
2. Maria Concetta Carmeci, audioprotesista
3. Teresa Marcantonio, insegnante in pensione
4. Barbara Caruso, insegnante in pensione
5. Jessica Fazio, studentessa
6. Christina Distefano, impiegato
7. Luca Martino
8. Annamaria Palumbo
9. Concetta Pulvirenti, impiegata
10. Claudia Strano, consulente del lavoro

11. Eliana Anicito, insegnante
12. Matteo Battiato, impiegato
13. Maria Grazia Pannitteri, avvocato
14. Stefania Salamone, avvocato
15. Andrea Maione, titolare d’impresa
16. Enza Corallo, impiegata
17. Maria Elena Lopes, OSA
18. Salvatore Catania, consulente informatico
19. Anna Bottino, insegnante
20. Elisabetta Corselli, impiegata

21. Lorena Costa, impiegata
22. Gianluigi Guglielmino, impiegato
23. Manuela Fallica, farmacista
24. Kris Calvagna, casalinga
25. Carmela Di Mattea, casalinga
26. Giancarlo Ciatto, bancario
27. Laura Bottino, insegnante
28. Valentina Correnti, commerciante
29. Giovanni Parisi, ingegnere
30. Rosaria Ester Musumeci, docente universitario

31. Rosaria Chisari
32. Anna Spoto, impiegata
33. Grazia Marchese, impiegata
34. Vincenzo Messina, artigiano
35. Rossella Mobilia, avvocato
36. Flavia Frisenna, odontoiatra
37. Giusy Tirenna, educatrice
38. Anna Velardo, impiegata
39. Claudia Fiorenza, impiegata
40. Giuseppe Marchese, informatico

41. Davide Maione, ingegnere
42. Domenico Signorelli, consulente del lavoro
43. Concetta Marzola, disoccupata
44. Marcello Farina, dipendente A.M.
45. Cosentino Gabriele, commerciante
46. Ketty Pulvirenti, insegnante
47. Silvana Ranza
48. Rosanna Messina, pensionata
49. Stefania Egitto
50. Giovanna Marzola, casalinga

51. Vincenza Frisenna, grafica e web designer
52. Marilena Dovico, impiegata
53. Rita Marzola, insegnante
54. Francesca Laudani, impiegata
55. Enza Cuttone, casalinga
56. Annalisa Zuccarotto, casalinga
57. Carmela Rita Rapisarda, insegnante in pensione
58. Maria Cristina Parisi, fisioterapista
59. Carmen Brigante, ingegnere
60. Letizia Bruno, operaia

61. Vincenza Fisichella
62. Iole Comis
63. Chiara Chisari
64. Rossana Virgillito, impiegata
65. Antonio Greco, banconista
66. Enza Trigilia, operatrice telefonica
67. Santina Cavallaro, assistente amministrativa uffici scolastici
68. Maria Fazio, operatrice telefonica
69. Laura Corsella, insegnante
70. Alfredo Minutolo, avvocato

71. Barbara Ciccia
72. Salvo Bertino
73. Rita Messina
74. Cecilia Tirenna, dipendente
75. Sebastiana Grammatico, insegnante
76. Attilia Musumeci, commerciante
77. Maria Elena Giannazzo, avvocato
78. Mario Luciano Brancato
79. Matilde Pino, avvocato e insegnante
80. Luca Salamone, impiegato

81. Eleonora Frisenna, biologa
82. Patrizia Minutolo, insegnante
83. Patrizia Schillaci, impiegata
84. Sergio Galati, ingegnere
85. Lisa Triscari, impiegata
86. Vincenzo Giuseppe Laudani, avvocato
87. Edi Borzì, dipendente
88. Daniela Parisi, ingegnere e insegnante
89. Enza Maria Carluccio, impiegata
90. Nunzio Cartalemi, allenatore calcio UEFA B

91. Marilù Proietto, imprenditrice
92. Andrea Borzì, impiegato
93. Dorotea Statelli, consulente della nutrizione umana
94. Katia Nicosa, impiegata informatica
95. Sorbello Elena, pensionata

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