Mafia, confiscati 31 mln a imprenditore vicino al clan Cappello: 12 supermercati, un distributore e sette immobili (VIDEO)

Mafia, confiscati 31 mln a imprenditore vicino al clan Cappello: 12 supermercati, un distributore e sette immobili (VIDEO)

Beni per 31 milioni di euro sono stati confiscati a Michele Guglielmino, imprenditore catanese di 51 anni, ritenuto inserito nel gruppo criminale Cappello.

Riguardano due società di capitali con dodici supermercati della catena “G.M.”, un’impresa individuale comprendente un distributore di carburanti, sette immobili (terreni e fabbricati), cinque veicoli e numerosi conti correnti e rapporti finanziari intestati ai suoi familiari.

Con lo stesso provvedimento della sezione misure di prevenzione, il Tribunale ha disposto nei suoi confronti la sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di anni tre.

I suoi beni erano stati sequestrati nel gennaio del 2018 su richiesta del questore Mario Della Cioppa.

Il provvedimento ha riguardato beni e società già oggetto di sequestro eseguito dalla Questura di Catania nel gennaio del 2018, in esecuzione di una misura di prevenzione patrimoniale disposta dallo stesso Tribunale, in accoglimento della proposta avanzata dal Questore di Catania nel settembre 2017, in stretta sinergia con la Procura della Repubblica di Catania, che ha fortemente sostenuto nelle udienze, nel corso del procedimento di prevenzione, l’impianto accusatorio.

L’attuale provvedimento di confisca rappresenta il coronamento di una brillante attività investigativa condotta da un gruppo integrato di lavoro della Divisione Anticrimine e della Squadra Mobile.

Michele Guglielmino, inteso “Michele da Gesa”, è ritenuto soggetto con qualificata pericolosità sociale, già particolarmente attivo nel traffico degli stupefacenti, per le cui condotte ha subìto severe condanne definitive e che, in virtù della sua “vicinanza” al clan mafioso “Cappello”, desunta anche dal contesto familiare e ambientale di riferimento e dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, si è distinto nella capacità di inserirsi nel mercato della grande distribuzione di generi alimentari, reimpiegando il denaro, provento delle attività illecite, nell’acquisto di beni e nella costituzione di numerosi supermercati e attività commerciali intestate ai familiari, ma tutte riconducibili all’interessato.

Molto vicino a Angelo Cacisi, elemento di vertice del clan Cappello, al quale ne aveva anche favorito la latitanza, Guglielmino era stato arrestato nelle note operazioni di polizia denominate Ramazza (2004, Squadra Mobile di Catania, per associazione mafiosa, sebbene poi assolto), Clapton (2006, Squadra Mobile di Enna, per stupefacenti) e Night life (2007, Squadra Mobile di Catania, per stupefacenti), ed era stato già sottoposto sia alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel 2008, sia alla misura di sicurezza personale della libertà vigilata nel 2013.

I numerosi elementi raccolti nei confronti di Michele Guglielmino hanno ampiamente delineato la figura di un soggetto abitualmente dedito a traffici illeciti, che hanno dato origine a provviste impiegate dal predetto per incrementare notevolmente il patrimonio personale, nel periodo in cui è stata accertata e perimetrata la sua qualificata pericolosità sociale, in modo del tutto ingiustificabile.

E’ stata infatti evidenziata anche la sproporzione tra i redditi formalmente dichiarati ed i beni immobili, mobili registrati e le società acquisite e realizzate dallo stesso, di cui aveva la disponibilità diretta e indiretta, anche attraverso l’interposizione di soggetti terzi a lui riconducibili.

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