La Bestia. Cronache dal fronte della guerra al virus. Per farcela servono efficienza e umanità

La Bestia. Cronache dal fronte della guerra al virus. Per farcela servono efficienza e umanità

Stiamo già cambiando. Piano piano, le nostre abitudini si stanno adattando alle mutate condizioni.

Misuriamo tutto in funzione del nostro nuovo ospite, di quel tipo che sta stravolgendo l’intero pianeta. Forse cerchiamo ancora una timida resistenza, tentando di far finta di nulla ma è tutto vano.

Lui è con noi, circola, s’insinua, aggredisce per farsi spazio.

La Bestia. Cronache dal fronte della guerra al virus. Per farcela servono efficienza e umanitàForse sceglie e forse no. Ma scava dentro le nostre vite, ci circonda e poi appare all’improvviso. Nessuno è al sicuro, nessuno può dire di essere al di sopra di tutto.

Lui arriva di nascosto, dentro qualsiasi cosa, mascherato e mimetizzato. Un abbraccio, un sorriso, una stretta di mano, una pacca sulla spalla, uno sfiorarsi per un attimo e lui – con un balzo felino – passa da una parte all’altra. Scivola, fin dentro le nostre profondità, per occupare gli interstizi fino a soffocare ogni cosa, per rubarti il respiro.

Piccolo, invisibile, apparentemente inesistente.

Eppure è tra noi, ci scruta, ci sceglie, ci rapisce. Arriva mentre noi facciamo altro, mentre noi guardiamo oltre, mentre la nostra vita scorre. Ma arriva e rimane nascosto giusto il tempo per illuderci della nostra immortalità. La natura è piena di esseri come lui, da sempre. Esseri che hanno cambiato la nostra vita in passato, forse più violentemente ma da cui siamo sempre riusciti a venirne fuori e cosi sarà per lui: noi ne verremo fuori.

La Bestia. Cronache dal fronte della guerra al virus. Per farcela servono efficienza e umanitàPensavamo che le nostre case fossero immuni, pensavamo che solo altrove fosse vivo ma abbiamo scoperto che non è così. Circonda la nostra esistenza, si appiccica alla pelle, irriverente e luciferino. Ma quanto mi piacerebbe poterlo intervistare, chiedergli il perché di questa sua guerra; da dove viene, chi l’ha mandato, cosa spera di ottenere. Se sceglie le sue prede, come fosse un castigo divino, oppure se si diverte a sfidare le regole del caos. Lui è oggi il padrone della terra.

Il supremo governatore che movimenta le borse finanziarie di tutto il mondo, il leader con cui tutti i leader devono fare i conti. Di lui conosciamo la forma, i tentacoli le modalità d’azione ma non ne conosciamo l’espressione, il pensiero. Ancora è per noi uno nemico sconosciuto, misterioso; di lui sappiamo solo attraverso gli effetti del suo passaggio.

Le strade sono deserte, i musei chiusi, bar e ristoranti con le saracinesche abbassate, l’unico suono ridondante che invade le nostre città è quello delle autombulanze, a sirene spiegate che fanno ping pong da una via all’altra come impazzite. Uomini bardati di tutto punto scendono e salgono incessantemente per contrastare timidamente o per prendere atto delle sue vittorie.

Dentro quelle tute bianche di carta, come astronauti costretti a rimanere a terra, si nascondono uomini e donne, spesso giovanissimi che combattono in prima linea senza armi. Un esercito di piccoli eroi che – in fretta – sono stati chiamati per scendere in campo, con le fionde e i sassi, contro l’esercito più potente della terra. Nessuno si tira indietro, nessuno indietreggia, nessuno ha paura.

Salgono e scendono, per ore e ore da quella macchina dell’emergenza per spiegare, confortare, verificare, accudire, proteggere, sostenere, incoraggiare, coprire la vita di tutti.

La Bestia. Cronache dal fronte della guerra al virus. Per farcela servono efficienza e umanitàOssigeno, ossigeno, manca l’ossigeno. Cortisone, tachipirina, flebo, tampone, ancora cortisone, ancora ossigeno. Eparina, anche l’eparina, cardio aspirina. Si riprenderà, è grave, può farcela, non è nulla. Non sappiamo dove portarlo, forse lontano, forse resterà dentro l’autoambulanza tutta la notte, forse resterà a casa. Forse, forse, forse.

Lui – la creatura venuta dall’inferno – assiste indifferente come uno spettatore annoiato. Ha calcolato tutto, ha previsto ogni mossa. Lui conosce benissimo cosa succederà e quando deciderà di aggredire senza pietà o se invece resterà dormiente fino a scocciarsi e andare altrove. Noi esseri umani siamo in attesa del suo verdetto.

Dentro gli ospedali, un carnaio di malati, soli, sconnessi dalla famiglia, dai cari, dalla vita che sembra scorrere come sempre ma non è così.

La vita fuori da quelle mura ospitali è lenta, anestetizzata, impaurita.

Ma nello stesso tempo reattiva. Siamo circondati, siamo sotto attacco, siamo dentro una guerra invisibile che uccide nella carne e strazia la nostra economia ma dobbiamo resistere. Dobbiamo essere più furbi di lui – la bestia venuta dall’inferno – più forti di questo essere minuscolo come un atomo. Gli ospedali sono al collasso, i medici e paramedici allo stremo, il tessuto produttivo esausto e impotente ma dobbiamo farcela.

Ora serve onestà, efficienza, praticità, coerenza, umanità.

La palla passa ai governanti della terra, ai leader dei Paesi, ai politici che gestisco i territori, alle piccole comunità. Onestà, efficienza, praticità, coerenza e umanità.

Adesso non ci servono i furbastri e gli sciacalli. Adesso non ci servono gli improvvisatori, i tuttologi, i chiromanti, i faccendieri, gli speculatori. Adesso non ci servono le bestie venute dall’inferno, ci servono i valori.

Ci servono soldati leali, generali capaci, mezzi efficienti. Ognuno può fare la sua parte, nelle scuole, negli uffici, negli ospedali, nelle aziende, sulle strade, nelle stanze dei bottoni. Ognuno ha il dovere di combattere e proteggere l’altro.

Andrà tutto bene solo se sappiamo reagire e non scrivendo slogan sulle lenzuola. Dopo tutto questo frastuono, dobbiamo ricominciare da quello che abbiamo imparato. Ritrovando la misura nelle cose. Ritrovando il senso dell’umanità. Abbiamo corso troppo e nella direzione sbagliata.

La natura ha le sue regole e l’arroganza degli esseri umani ha rotto qualcosa. Per adesso tutti a sanificare e distanziare usando la mascherina.

Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

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