Covid, Campania e Toscana zona rossa. Speranza: “Nessuna pagella alle regioni. La luce in fondo al tunnel si vede”

Covid, Campania e Toscana zona rossa. Speranza: “Nessuna pagella alle regioni. La luce in fondo al tunnel si vede”

Campania e Toscana cambiano colore.

Dopo giorni di analisi dei dati della regione partenopea, ieri è arrivato il verdetto: il Coronavirus in questi territori ha un’alta contagiosità e, con una ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, da zona gialla le due regioni diventano zona rossa.

Sono quindi sette – con Calabria, Lombardia, Piemonte, Provincia di Bolzano e Val d’Aosta – i territori regionali che, in base ai dati della settimana dal 2 all’8 novembre, sono ritenuti da ‘allerta massima’ e che da domenica adotteranno nuovi provvedimenti con misure più stringenti. Entrano invece in fascia arancione Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche, portando a nove – con Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia e Umbria – le regioni con rischio medio. Restano gialle Lazio, Molise, Trento, Sardegna e Veneto.

Pur essendo diminuito l’Rt medio nazionale, il fattore di replicazione dell’epidemia, sceso sotto l’1,5, in molte regioni il contenimento del virus – tenendo conto non solo dell’Rt ma anche dei 21 indicatori utilizzati dalla Cabina di regia – sarebbe in peggioramento. L’abbassamento dell’indice, dice Speranza, “non basta. Abbiamo bisogno di portarlo nel più breve tempo possibile sotto l’uno: questo significherà salvare più vite umane e ridurre i contagiati e alleviare il peso delle nostre strutture sanitarie.

Per farlo abbiamo bisogno del contributo di tutti, di ciascun cittadino nessuno escluso”. Osservando la fotografia scattata ieri e confrontandola con quella di qualche giorno fa, salta subito all’occhio come i colori rosso e arancione si stiano estendendo a macchia di leopardo sulla penisola, presagendo un lockdown non dichiarato, ma quasi conclamato. “Saranno mesi non facili – ammette il titolare della Salute – ma la luce in fondo al tunnel si vede.

Presto la scienza produrrà dei vaccini efficaci e sicuri e nel giro di qualche mese saremo nelle condizioni di provare a programmare un’uscita da questa stagione cosi’ difficile. Sono mesi di resistenza alla fine dei quali finalmente vinceremo questa sfida”. E Speranza ci tiene a precisare che, le nuove ordinanze, “non sono pagelle sulle regioni: ciascuno sta facendo tutto il possibile ma abbiamo bisogno ancora di misure significative se vogliamo piegare questa curva”.

Le previsioni degli scienziati, tuttavia, non sono confortanti.

Nel report dell’ultimo monitoraggio di Iss-Ministero della Salute si evidenzia infatti che “venti Regioni/PA sono classificate a rischio alto e una a rischio moderato con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese configurando di fatto, su tutto il territorio nazionale, un rischio elevato di epidemia non controllata e non gestibile”.

Quello che emerge è di fatto, e ancora una volta, una diversa visione di come il mondo scientifico intende intervenire e di come poi alla fine questo viene tradotto dalla politica. Durante la riunione – a cui hanno partecipato il ministro Speranza, l’Istituto superiore di sanità e i tecnici incaricati delle regioni – viene riferito, gli esperti avevano rilevato un’alta criticità non solo in Campania e Toscana, ma anche in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche. Uno stato di contenimento del contagio tale da far indicare ai tecnici la necessità di portare anche queste regione in fascia rossa. Una valutazione sicuramente più stringente dovuta al fatto che ai tecnici, viene spiegato, è affidata l’analisi del rischio in base ai dati del monitoraggio della curva epidemiologica del Covid-19.

Considerazioni che, già prima dei dati aggiornati, era stata anticipata dal presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, qualche giorno fa quando in conferenza stampa aveva condiviso il suo giudizio: “In 4 regioni sarebbe opportuno anticipare le misure “.

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