Disabile violentata all’Oasi di Troina: Dna conferma paternità dell’operatore sanitario accusato dell’abuso

Disabile violentata all’Oasi di Troina: Dna conferma paternità dell’operatore sanitario accusato dell'abuso

Confermata la paternità dell’operatore socio sanitario dell’Irccs Oasi di Troina (Enna) accusato di aver violentato, e messo incinta, durante il lockdown, un’ospite disabile della struttura.

La comparazione del Dna dell’indagato con quello del nascituro, disposta dai pm Stefania Leonte e Orazio Longo della Procura di Enna diretta da Massimo Palmeri, ha confermato una compatibilità del 99,9%.

L’esame è stato effettuato grazie ad una complessa estrapolazione del Dna del bambino con tecniche di analisi all’avanguardia da effettuare sul sangue della mamma. Un’altra comparazione, per motivi medico legali, sarà effettuata al momento della nascita.

L’uomo, 39 anni, arrestato il 7 ottobre e tuttora in carcere, è accusato di violenza sessuale aggravata dall’aver commesso il fatto ai danni di una donna disabile e nel momento in cui gli era affidata. Il risultato dell’esame, condotto dalla polizia scientifica e dall’Eurofins Genoma Group srl, secondo la procura, “permette di escludere la responsabilità, ad oggi, di altri soggetti e rafforza l’ipotesi che l’indagato abbia reiterato nel tempo il reato di violenza sessuale.

Proprio i medici ginecologi, interpellati dagli investigatori della Polizia di Stato, escludono che vi sia stato un unico rapporto sessuale. Difatti, seppur possibile, è altamente improbabile che l’indagato abbia consumato, contro la volontà della vittima, un solo atto sessuale”.

La Procura di Enna ha anche incaricato una neuropsichiatra ed una psicologa per accertare la capacità cognitiva della vittima.

Le due consulenti hanno confermato “la totale incapacità della ragazza a prestare qualsivoglia consenso nel consumare un rapporto sessuale poiché la vittima riesce, con difficoltà, a rispondere ai bisogni primari”.

Sono invece in corso accertamenti per verificare se l’uomo abbia avuto in affidamento altre donne presso la struttura sanitaria. Sarà la procura a valutare la necessità di accertamenti per verificare segni di violenza sessuale ai danni di altre ospiti dell’Oasi.

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