“Ad oggi un vaccino per il Covid innanzitutto non c’è; secondo, non abbiamo certezza che quelli che sono in via di sviluppo siano efficaci; terzo, non sappiamo neanche se l’efficacia possa essere raggiunta con una dose o se ce ne vorranno di più, perché alcuni coronavirus sono dei pessimi immunogeni”.
E’ quanto dichiara in un’intervista al Corriere della Sera la virologa italiana Ilaria Capua, che lavora all’Università della Florida.
“Oltretutto – spiega ancora Capua – vi sono colli di bottiglia legati al fatto che le aziende che producono i vaccini hanno una pipeline, ovvero passaggi obbligati di produzione”. E fa un esempio: “Un pasticcere che sforna 100 torte al giorno può arrivare a farne 500, ma non 5 milioni”, perciò “se il mondo può produrre per unità di tempo cento milioni di dosi, noi siamo comunque sette miliardi, ed è giusto che siano garantite le dosi per i lavoratori degli ospedali e i trasporti essenziali, perché se si fermano si ferma tutto di nuovo, ed ovviamente per le persone più fragili”, avverte la virologa.
Quanto ai vaccini, precisa: “Quando saranno pronti e autorizzati, e si conosceranno le caratteristiche di efficacia e di sicurezza, dovranno essere somministrati in maniera organizzata. Io sono certa che così come molti Paesi hanno fatto piani per questo, l’Italia seguirà linee guida europee e internazionali. Ma è necessario che le persone capiscano che al primo giro non ce ne sarà abbastanza per tutti”.
Cosa fare nell’attesa? Capua sostiene che si debbano fare “tre cose”, ovvero arrivare all’immunità di gregge facendo girare il virus lentamente, perché, se gira troppo velocemente , invece dell’immunità di gregge avremo le pecore morte”, quindi “bisogna stare lontani e distanziarsi in modo che l’indice di contagio sia basso, mantenere sotto soglia la circolazione virale ed immunizzarsi piano piano”.
Poi, precisa la professoressa, “il vaccino darà il suo contributo”. “Queste convergenze – spiega – fanno si che si arriverà a un punto in cui l’infezione si sarà endemizzata.
Nel momento in cui si crea questo equilibro tra virus circolante e anticorpi, il Covid appena entra in contatto con una persona viene bloccato. Fra qualche anno, diventerà io mi auguro il nuovo virus del raffreddore”.