Tre diocesi, tante opere d’arte ed ecco che la Soprintendenza ai Beni culturali di Catania fa nascere il museo diffuso siciliano.
Le diocesi sono quelle Catania, Acireale e Caltagirone, le opere sono quelle di scolpite nel rinascimento dai Gagini.
Si è svolta a Bronte, nel Santuario dell’Annunziata, infatti, la prima di 6 conferenze che daranno vita al museo diffuso delle opere dei Gagini che a Bronte ha regalato una bellissima Annunciazione, recentemente restaurata.
Alla conferenza, ospiti di padre Nunzio Capizzi rettore del Santuario, hanno partecipato il sindaco di Bronte, Pino Firrarello e la professoressa Rosalba Panvini soprintendente ai Beni culturali di Catania. Con loro la dott.ssa Carmela Cappa della Soprintendenza, l’arch. Luigi Longhitano direttore del restauro del gruppo marmoreo dell’Annunziata di Bronte e la restauratrice Maria Scalisi.
“E’ un momento importante – ha affermato la prof. Panvini – perché i Gagini segnano il rinascimento italiano. Domenico, Antonino ed Antonello hanno lasciato tantissime tracce nelle chiese della Sicilia. Fino a Caltabellotta troviamo una bellissima Madonna con il Bambino. E con questo progetto finanziato dall’assessorato regionale dei Beni culturali cerchiamo di far conoscere i Gagini.
All’inizio avevamo pensato ad una mostra, ma le opere sono intrasportabili, allora abbiamo ideato il museo diffuso che ha il vantaggio di avvicinare le comunità alla storia di questi illustri artisti del rinascimento”.
“Il restauro della nostra Madonna Annunziata – ha affermato il sindaco Firrarello – dà inizio ad un processo positivo di valorizzazione delle risorse del nostro territorio. Far conoscere l’arte educa alla bellezza, processo essenziale affinché la persona umana diventi partecipe nella realizzazione di cose belle. Ringrazio tutti per aver promosso questa iniziativa e per aver dato lustro alla nostra Madonna Annunziata che il Gagini ha scolpito con tanta passione”.
Interessanti gli interventi dell’architetto Longhitano e delle dottoresse Cappa e Scalisi che hanno evidenziato come oltre al restauro della Madonna sia stata data luce all’arco nell’altare del Santuario, con le sculture del vecchio e del nuovo testamento fino all’Annunciazione.