Lorena Quaranta, studentessa dell’Università di Messina, uccisa a marzo dal suo compagno a Furci Siculo, ieri mattina è stata proclamata dottoressa in Medicina e Chirurgia, con 110 e lode.
La pergamena è stata consegnata, nel corso di una cerimonia in Aula Magna, alla famiglia della giovane. Erano presenti, fra gli altri, gli amici e colleghi del corso di laurea, i prorettori, i direttori di Dipartimento, il procuratore aggiunto Giovannella Scaminaci. La tesi di Lorena, intitolata “Immunodeficienze selettive: la candidiasi mucocutanea cronica”, è stata valutata da una commissione, presieduta dal rettore Salvatore Cuzzocrea (in qualità anche di correlatore).
“Avevamo promesso che questo giorno sarebbe arrivato – ha detto il rettore – e così è stato, per dare un segno, insieme alle altre istituzioni.
Oggi c’è una sedia vuota in quest’aula, ma in realtà avrebbe dovuto essere occupata da Lorena per coronare i suoi studi. Ringrazio la madre e la famiglia per averci permesso di stare loro vicino, nel ricordo di una figlia dell’ateneo. Organizzeremo molti altri eventi ed iniziative di sensibilizzazione, affinché non si ripetano mai più simili atti di viltà”.
Il professore Carmelo Damiano Salpietro, relatore della ragazza, ha tracciato un ricordo di alcuni momenti del percorso di studi della studentessa: “La cosa che più ricordo di Lorena era il suo entusiasmo per ciò che stava facendo. Quando è stata accolta in reparto ha subito simpatizzato con i colleghi e con i pazienti, soprattutto quelli più piccoli.
Ricordo con piacere il ventennale di un convegno durante il quale ha fatto da speaker ed ha presentato i relatori. A Natale mi fece recapitare un biglietto d’auguri in cui mi svelò il suo più grande sogno, diventare pediatra. Sono sicuro che lo avrebbe realizzato e sarebbe stata bravissima, preparata e competente, come lo è stata durante le ricerche per la sua tesi”.